Culture
Fernando Bandini, il poeta contemporaneo che scrive in latino, incanta Mantova

Nell'ambito del ciclo dedicato alle lingue classiche del Festival della Letteratura di Mantova, si è svolto ieri nella Sagrestia di San Barnaba un incontro dal titolo Il moderno in lingua antica, conversazione tra il poeta vicentino Fernando Bandini (1931) e Massimo Natale, ricercatore dell'università di Verona. "I tre cuori" di enniana memoria del poeta Bandini sono le tre lingue in cui è solito comporre, l'italiano, il dialetto vicentino e soprattutto il latino, la cui metrica quantitativa, basata sull'alternanza di sillabe brevi e lunghe, ha appreso sostanzialmente da autodidatta su vocabolari e glossari.
La passione per carmina ed esametri si è trasformata nell'insegnamento di Stilistica e metrica nella stessa università di Padova in cui, da studente, aveva subito la bocciatura all'esame di Letteratura latina del professor Alfonso Traina. Nel corso della conversazione è emersa la stima per Pascoli, come lui poeta neolatino e vincitore del certamen poeticum Hoeufftianum di Amsterdam. Altrettanto proficuo il confronto con i principali poeti del Novecento, dal conterraneo Andrea Zanzotto, che lo incoraggiò e lo sostenne nella sua scelta del latino come lingua poetica, a Vittorio Sereni, che tradusse in italiano il suo Sacrum hiemale, a Eugenio Montale. Di quest'ultimo Bandini traspose in latino la celebre poesia La bufera, che apre l'omonima raccolta del 1956. Il poeta ligure ne fu così contento da affermare che Bandini, con il suo latino, le aveva donato l'immortalità. di Chiara Pietrucci
