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Culture
Fotografia/ Milano dalla guerra alla rinascita. La mostra
Basilica di Sant'Ambrogio dopo i bombardamenti, 1943, Cittadella degli Archivi e Archivio Civico di Milano

di Simonetta M. Rodinò

Edifici sventrati, cumuli di macerie, palazzi abbandonati dai profili incerti di fantasmi, incendi, colonne di fumo nero…spettri di un passato di guerra.

A un decennio del secondo conflitto mondiale che ha interessato il capoluogo lombardo si rivolge la mostra “Milano, storia di una rinascita. 1943–1953 Dai bombardamenti alla ricostruzione”, fino al 12 febbraio a Palazzo Morando - Costume Moda Immagine della città.

L’interessante esposizione, curata da Stefano Galli, documenta, grazie a170 immagini d’epoca, alcuni video, documenti, reperti bellici, oggetti di design, cimeli e manifesti, il passaggio da agglomerato urbano piegato e piagato, dove tutto era incerto e instabile, a metropoli che a poco a poco rinasce.

L’anno 1943 cominciò male: alle 22,30 del 15 febbraio, centotrentotto Lancaster del Comando Bombardieri della RAF - l’aeronautica militare britannica – sganciarono 110 tonnellate di bombe esplosive e 166 spezzoni incendiari.

Se il Duomo, la cui Madonnina fu ricoperta di stracci per mascherane il luccichio, non subì gravi danni, lo stesso non fu per l’Ospedale Maggiore, la Scala, Palazzo Reale, Sant’Ambrogio, Santa Maria delle Grazie, La Galleria, Corso Vittorio Emanuele, via Monte di Pietà…Non solo il centro venne bombardato. Gli obiettivi furono anche le fabbriche: ecco testimonianze fotografiche di ciò che restò dell’Alfa Romeo, della Breda, della Pirelli…

Immagini spesso prive della presenza umana, immagini silenziose, eppure suoni differenti ritmarono il tempo della vita e della morte: le campane rimaste attive scandivano la successione delle ore interminabili di giornate affollate di paure, le sirene antiaeree diffondevano il ‘piccolo allarme’, seguito a distanza dal ‘grande allarme’. Restavano non più di cinque minuti per raggiungere il rifugio più vicino.

Alla fine del conflitto Milano si risvegliò stremata ma desiderosa di ripartire: c’era voglia di riscatto e necessità di lasciarsi alle spalle gli orrori subiti.

Ecco allora la città da reinventare, da ripensare dalle fondamenta. Simboli che aiutarono a spiegare la sua miracolosa ripresa furono innanzitutto la Scala, la cui ricostruzione a tempo di record fu celebrata nella solenne inaugurazione dell’11 maggio 1946 con un concerto diretto dal grande Arturo Toscani, rientrato in Italia dopo sette anni di esilio americano, con il debutto di una giovanissima, Renata Tebaldi, da lui stesso definita “voce d’angelo”. Poi la Rinascente che trovò una collocazione provvisoria nel Palazzo del Broletto, il Castello Sforzesco, il Cenacolo che fortunosamente resistette, protetto da un’intelaiatura di sacchi di sabbia.

Una rinascita culturale si snodò parallela: a Palazzo Reale nel 1951 Roberto Longhi realizzò la grande mostra su Caravaggio e i Caravaggeschi, nel 1952 ci fu la prima antologica di Van Gogh e nel 1953 la monografica dedicata a Pablo Picasso. Che volle esporre nella distrutta Sala delle Cariatidi il capolavoro di Guernica.  Manifesto antifascista e poi simbolo di denuncia della barbarie di tutte le guerre, l’immensa tela era stata dipinta dal genio catalano a Parigi, subito dopo il bombardamento della cittadina basca, nel 1937, ad opera dell’aviazione di Hitler, alleato di Franco.

“Milano, storia di una rinascita. 1943–1953 Dai bombardamenti alla ricostruzione”

Palazzo Morando - Costume Moda Immagine - via Sant’Andrea 6 - Milano

Durata: fino al 12 febbraio 2017

Orari: martedì- domenica: 10.00-20.00 - giovedì: 10.00 - 22.30

Biglietti (comprensivi di audioguida): intero: € 10 - ridotto: € 8

Infoline: 02 884 65735 – 64532

Catalogo: edizioni Spirale d’Idee

www.milanostoriadiunarinascita.it

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Tags:
fotografie milano mostramostra fotografia milano





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