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Culture
"Geopolitica dell’infosfera", da ChatGPT ai robot: il libro-guida del digitale

Il loop di indebolimento cognitivo dell’essere umano è chiuso dalla transizione, suggerita dagli autori, dal concetto di supremazia tecnologica al concetto di supremazia cognitiva. Nella sfida cognitiva, secondo gli autori, “le modalità di conflitto sono basate su idee, storie, narrazioni, virus evolutivi e attacchi epistemici. Nuovi tipi di guerra cognitiva sono stati deliberatamente progettati per confondere gli analisti e le forze sociali, per sfruttare le debolezze dei governanti e degli analisti stessi, delle istituzioni e delle società nel loro complesso.”

Il “warfare cognitivo”, noto nella stampa di questi giorni a proposito dell’infosfera e citato con i termini più disparati (ma definito sempre nello stesso modo), viene trattato nel libro come integrazione di “capacità cibernetiche, informative, psicologiche e di ingegneria sociale per raggiungere i suoi scopi.” Il warfare cognitivo “sfrutta Internet e i social media per seminare il dubbio, di introdurre narrazioni contrastanti, di polarizzare l’opinione, di radicalizzare i gruppi, e di motivarli ad atti che possono interrompere o frammentare una società altrimenti coesa.”

Secondo gli autori “la mente umana è il campo di battaglia. L’obiettivo è di cambiare non solo ciò che la gente pensa, ma come pensa e agisce. Gestito con successo, modella e influenza le credenze e i comportamenti individuali e di gruppo per favorire gli obiettivi tattici o strategici di un aggressore. Nella sua forma estrema, ha il potenziale di fratturare e frammentare un’intera società, in modo che non abbia più la volontà collettiva di resistere alle intenzioni di un avversario. Fake news, deep fakes, trojan horse e avatar digitali aiutano a creare nuovi sospetti che chiunque può sfruttare, riducendo la capacità degli esseri umani di mettere in discussione qualsiasi dato/informazione presentata, con una tendenza crescente verso il pregiudizio (bias) a scapito di un processo decisionale libero.”

Una simile rappresentazione rende solo individui con intelletti integri o mantenuti superiori (gli “iniziati”, secondo gli Autori) in grado di vedere la Quarta Rivoluzione Industriale come un importante ausilio alla crescita dei loro standard di vita. Analogamente, questa puo’ anche diventare strumento di distruzione cognitiva qualora non fosse impiegata nelle sue forme positive.

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