Culture
L'Italia riscopre i grandi pittori: al via a Monza la mostra sui Macchiaioli
Negli ultimi due decenni il nostro paese riscopre l'arte e le mostre, soprattutto al nord
L’Italia sembra stare riscoprendo un gruppo storico di suoi grandi pittori, i famosi e semi-sconosciuti Macchiaioli
Negli ultimi due decenni in particolare le mostre soprattutto in Italia Settentrionale si sono succedute a un ritmo incalzante, senza mai raggiungere la vetta odierna: all’inizio del 2023 sono (o sono state) in essere ben 4 mostre contemporaneamente: a Pisa, a Trieste, a Bologna, e, dal 18 Febbraio al 21 Maggio, alla Villa Reale di Monza.
Sino a poco tempo fa, la gente non conosceva e non si interessava dei Macchiaioli. Tanto che per attrarre il pubblico alle Mostre gli organizzatori sentivano il bisogno di suggerire un accostamento con gli Impressionisti francesi: i Macchiaioli se ne sarebbero ispirati e ne sarebbero stati una ignorata variante italiana.
Non era così e per ragioni stilistiche e addirittura cronologiche non poteva essere così: dato che i Macchiaioli incubarono i loro nuovi orientamenti in infinite discussioni al Caffè Michelangelo di Firenze, il luogo dei loro quotidiani ritrovi, nella seconda metà degli anni Cinquanta dell’800 e la Macchia si sviluppò negli anno Sessanta, mentre il famoso Impressions de l’aube (o anche Impresssions du soleil levant) di Claude Monet, il quadro che diede inizio e nome al movimento, è del 1873!
La mostra dei Macchiaioli a Monza
E tuttavia il vago sentimento di un’origine francese un fondamento l’ha, e questo viene bene illustrato sia dalla mostra di Pisa sia e soprattutto dalla mostra di Monza: si tratta dei Barbizonniers, un gruppo di pittori fieramente anti-accademici che si dedicarono alla natura ai boschi alla campagna come soggetti dei loro quadri ma anche come ambiente in cui vivere.
Barbizon era un villaggio nei pressi di Parigi e in prossimità di bellissime selve nelle quali i barbizonniers, ridivenuti selvaggi, si aggiravano per ispirarsi e trovare i soggetti per i loro quadri. I fratelli Palizzi e Serafino de Tivoli riportarono a Firenze le scoperte e anche un po’ lo spirito dei Barbizonniers.
È interessante il confronto delle mostra di Pisa, un clamoroso e inatteso successo di pubblico, con resse mai viste anche nei giorni feriali nelle stanze pur capaci del Palazzo Blu, al punto da dover prorogare di tre settimane la chiusura, e questa di Monza.