Culture
Mostre/ Il mondo di Rubens in dialogo con l’antico
Al pittore nato nella tedesca Siegen nel 1577 è dedicata la mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco” a Palazzo Reale di Milano
di Simonetta M. Rodinò
I concetti di Virtù, Onore, Grandezza e Gloria sono l’essenza della pittura rubensiana; la celebrazione del trionfo della Chiesa, dell’ardimento eroico e della bellezza. Ma anche l’amore per la famiglia e per gli amici.
Al pittore nato nella tedesca Siegen nel 1577 è dedicata la mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco” a Palazzo Reale di Milano.
L’esposizione, risultato di un progetto ambizioso che ha coinvolto per tre anni un serio comitato scientifico insieme alla curatela di Anna Lo Bianco, non si snoda cronologicamente, ma per percorsi tematici.
Per mettere in risalto affinità e debiti, le opere del pittore sono accostate a quelle di artisti italiani e a esemplari di statuaria classica, cui Rubens si ispira liberamente.
Quattro le sezioni: Nel mondo di Rubens; Santi come eroi. Pittura sacra e Barocco; La furia del pennello; La forza del mito.
Nella rassegna le settantuno opere, di cui 36 tele del maestro fiammingo, testimoniano il grande amore dell’artista per il nostro paese - che si riflette molto nella sua pittura - dove studia i modi del Tintoretto, gli schemi di Tiziano, la tavolozza del Veronese…
Il 9 giugno 1600 Rubens parte a cavallo per l’Italia: vuole vivere da vicino la grande cultura classica e l’arte del Rinascimento, oggetto da sempre dei suoi studi su Michelangelo, Raffaello e i pittori veneti.
Il primo segmento si apre con un autoritratto, una sorta di autopresentazione, per poi mettere a confronto “Ritratto della figlia Clara Serena” con “Ritratto di giovinetto” di Gian Lorenzo Bernini.
Nel corso del suo soggiorno italiano Rubens esegue opere di soggetto sacro, grandiose, a Mantova, Genova, Roma. L’impressione esercitata sulla generazione degli artisti più giovani, attratti dalla rivisitazione del mondo classico in termini sacri, è proposta nelle tele di coloro che diventeranno i protagonisti del nuovo Barocco: Bernini, Pietro da Cortona, Lanfranco, Luca Giordano.
Nella seconda sezione, la possente scultura mutila greca del I secolo a.C. il “Torso del Belvedere” - che ricorrerà più volte nell’opera di Rubens - è per il pittore la perfetta sintesi dei suoi punti di riferimento: l’antico e la grandiosità michelangiolesca che lo avevano folgorato.
Nell’ottica dei confronti, ecco diverse versioni del tema di “Ercole e il leone di Nemea”, proposte a breve distanza di tempo da Rubens, Bernini e Lanfranco e interpretate con la stessa furia presente nella lotta tra l’eroe e il leone.
L’esposizione, prodotta dal Comune e Civita Mostre si conclude con i grandi temi mitologici che gli offrono l’occasione di celebrare quel passato grandioso dell’umanità dove vede le radici della civiltà occidentale cui da sempre si ispira. Così, il grande dipinto riferito alla leggenda della fondazione di Roma, di cui Romolo è primo re, e di Erittonio re di Atene.
Il 28 ottobre 1608, a cavallo, Rubens lascia l’Italia per non tornarvi più.
Interprete privilegiato della Controriforma, al ritorno ad Anversa, fu individuato come la figura adatta a restituire la gloria artistica della tradizione cristiana nelle chiese, sfigurate insieme ai conventi dalla furia iconoclasta della riforma luterana. Morirà nel 1640.
“Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco”
Palazzo Reale – Primo Piano Nobile – Piazza Duomo, 12 - Milano
26 ottobre – 26 febbraio 2017
Infoline: 199.15.11.21 (dall’estero 02 89096942)
Orari: lunedì: 14.30 -19.30,martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 -19.30, giovedì e sabato: 9.30 – 22.30
Ingressi: intero 12 € - ridotto 10 €
Catalogo: Marsilio
www.mostrarubens.it