Mostre/ Jackson Pollock, sublimi grovigli calligrafici senza confini
La mostra “Pollock figurativo” nell’edificio nuovo del Kunstmuseum di Basilea
di Simonetta M. Rodinò
Pollock disegnava con facilità sia dalla natura sia nel regno della fantasia e lo sviluppo stilistico dei suoi disegni riflette quello dei dipinti.
All’artista statunitense, rappresentante più emblematico dell’action painting, e il cui espressionismo astratto ruppe molte convenzioni, è dedicata la mostra “Pollock figurativo”, nell’edificio nuovo del Kunstmuseum di Basilea: una panoramica rappresentativa dell’iter artistico come pittore figurativo da metà degli anni Trenta fino alla morte prematura nel 1956.
L’interessante rassegna si svolge cronologicamente e ospita un centinaio tra tele e opere su carta.
Dopo un profondo studio dei grandi maestri, Michelangelo, El Greco - il suo preferito - e Rembrandt, Pollock è attratto dagli accenti visionari dell’arte dell’americano Albert Pinkham Ryder (1847 - 1917) e dalla difficile simbologia dei disegni rituali degli indiani Navaho.
Ecco in una sala le tele in cui amalgama simbologie dei Maya e teste sacrificali della cultura dei pellerossa realizzate con olio e sabbia.
Negli anni della formazione guarda anche al violento espressionismo della pittura messicana di José Clemente Orozco, per poi volgersi alle esperienze contemporanee europee, in particolare all’opera di Pablo Picasso e alle soluzioni surrealiste di Max Ernst.
I quadri di questo periodo sono caratterizzati dalla rappresentazione di esseri umani e immaginari ricollegabili al trattamento psicoanalitico cui l’artista si sottopose per tentare di vincere l’alcolismo.
Ecco poi i disegni “surrealisti”, o comunque in risposta all’influenza surrealista, popolati da personaggi che sembrano emergere da paesi mitici, oppure velati, quasi sepolti da campiture di colore e pennellate espressive. “Quando si dipinge dall’inconscio, le figure sono destinate a emergere”, raccontava.
Verso la seconda metà degli anni Quaranta abbandona le fantastiche anatomie d’ispirazione totemica e presenta le sue prime opere astratte, dirette proiezioni dell’inconscio di forte impronta gestuale, ottenute con la tecnica del dripping.
Nei lavori del periodo maturo la figurazione è inserita nei motivi vorticosi delle superfici dipinte. Lo scenario è cosmico: da lacci che fluttuano su fondi chiari a grovigli impenetrabili che oscurano il fondo, da sferzate di pittura d’alluminio a sgocciolature e schizzi di smalto dai colori vivaci.
Le composizioni, spesso di notevoli dimensioni, il movimento e la raffinita sensibilità cromatica, risultato immediato del succedersi delle pulsioni interne, sono le sue cifre stilistiche riconoscibili.
“Dipingere è un modo di essere”, diceva l’artista. Che fu perseguitato per tutta la vita dalla depressione e dall’alcoolismo. Morì ubriaco al volante della sua auto. Aveva 44 anni.
“Pollock figurativo”
Kunstmuseum Basel - New building
St. Alban-Graben 20 – Basilea – Svizzera
Durata: fino al 22 gennaio 2017
Orari: martedì, mercoledì, venerid, sabato e domenica 10 – 18; giovedì 10-20, chiuso lunedì
Ingresso alle Kunstmuseum Basel's collections (Gegenwart, New building, Main building) libero on Tuesdays, Wednesdays, Fridays, and Saturdays dalle 17 alle 18
Ingressi: intero CHF 16/23 – ridotto CFH 8
Infoline: +41 61 206 62 62
www.kunstmuseumbasel.ch
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