Culture
Mostre/ Paul Signac, la passione per lo studio della luce
A Lugano la mostra di Paul Signac, la passione per lo studio della luce
di Simonetta M. Rodinò
Non aveva ancora compiuto 18 anni e già Paul Signac mostrava la vocazione di pittore e dava prova di uno spiccato gusto per l’indipendenza: per il giovane artista, nato a Parigi nel 1863, amante del colore e della libertà, niente Accademia né scuola di belle arti. Il vero insegnamento fu l’osservazione delle opere di Édouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas.
La mostra “Paul Signac. Riflessi sull’acqua”, ospitata fino al prossimo gennaio al LAC - Lugano Arte e Cultura del centro cantonale della Svizzera italiana, presenta oltre centoquaranta opere provenienti da una collezione privata (misteriosa).
La rassegna interessante, a cura di Marina Ferretti Bocquillon, se da un lato ripercorre cronologicamente la vita del pittore, dall’altro, privilegiando i lavori eseguiti con l’acquerello a quelli con gli oli, offre un panorama inevitabilmente limitato e non in grado di presentare l’evoluzione artistica.
Si ha così una visione parziale delle fasi che segnarono i mutamenti della sua tecnica pittorica sin dagli esordi, dove decisivo fu l’incontro con Georges Seurat (1859-1891), avvenuto nel 1884 a Parigi, in seguito alle frequentazioni con alcuni esponenti del gruppo degli Impressionisti.
Fu grazie all’artista maggiore di quattro anni che Signac abbandonò la breve e veloce pennellata impressionista per sperimentare il “Pontillisme” o “Divisionismo”, caratterizzato dalla costruzione dell’immagine attraverso piccoli tocchi di colore puro, fondata sulle coeve ricerche scientifiche dedicate ai fenomeni ottici.
Anche Camille Pissarro alla fine degli anni Ottanta dell’800 adottò la tecnica della divisione dei toni per poi stemperarla senza dimenticarsene.
Dalle prime marine dipinte con energia e libertà impressioniste agli acquarelli neoimpressionisti su ampie architettura portuali del dopoguerra, la descrizione dell’acqua e del cielo offrirono a Signac un pretesto per moltiplicare le armonie cromatiche.
Amante del plein air fu un appassionato di navigazione: a bordo del suo “Olympia” dipinse spesso i litorali marini in cui vibrano miriadi di macchie colorate che fanno da contrappunto ai giochi infiniti dell’acqua e del cielo sulla superficie dell’acqua. Poi i porti: ecco gli oli e i tanti acquerelli sul porto di Saint-Tropez, dove l’artista soggiornò a lungo in seguito allo sconvolgimento causato dalla prematura morte di Seurat, e dove dal 1892 in poi visse parte dell’anno.
Meravigliosa la tela “Saint-Tropez Fontaine des Lices”: una sorta di mosaico dalle cromie vivaci in cui due esili ed eleganti figure femminili sono colte nell’atto di riempire alla fontana le brocche per l’acqua.
Nuovi soggetti per le sue speculazioni gli furono offerti dai numerosi viaggi compiuti. Tra 1896 e 1914 si spostò tra Olanda, Belgio e Germania, ritornò nei luoghi che ispirarono i suoi primi lavori - le rive della Senna alla periferia di Parigi o le spiagge della Manica e Il Mont-SaintMichel - ed esplorò città ricche di fascino e storia come Venezia e Costantinopoli.
L’ultima sezione è dedicata all’esplorazione dei porti di Francia che volle riportare in vedute ad acquerello: Nizza, Le Havre, Tolone, Marsiglia, Saint Malo, Parigi….
“Paul Signac. Riflessi sull’acqua”
LAC Lugano Arte e Cultura - Piazza Bernardino Luini 6 - Lugano – Svizzera
Durata: fino all’8 gennaio 2017
Orari: martedì - domenica: 10:00 – 18:00; giovedì aperto fino alle 20:00 - lunedì chiuso
Ingressi: intero: chf 15.- ridotto: chf 10.- Gratuito <16 anni e ogni prima domenica del mese
Infoline: +41 (0)91 866 4230
Catalogo Skira
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