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Culture
Musei, Bonisoli: 20 giornate gratis nel 2019, 2 euro per i giovani 18-25 anni

"L'anno prossimo le giornate gratuite per i musei aumenteranno: si passera' a 20 giornate gratuite e saranno distribuite in modo diverso rispetto al passato". Cosi' il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha risposto - oggi a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico delle Scuole Civiche Milanesi - a chi gli chiedeva aggiornamenti sulla programmazione delle domeniche gratis nei musei statali. L'intenzione del ministro e' di "introdurre dei criteri di gestione nei musei e non di propaganda politica: questo significa che alcune giornate verranno decise a livello nazionale, ad esempio la settimana che si conclude con il 10 marzo in tutti i musei statali sara' gratuita, dal martedi' alla domenica. Alcune domeniche del mese rimarranno gratuite da ottobre a marzo". Le altre giornate invece "saranno a disposizione dei singoli direttori": quindi se - ad esempio - la Pinacoteca di Brera "vuole mantenere la prima domenica del mese gratuita d'estate io sono contento, e avra' due giornate in piu' da mettere dove vuole". Se invece un museo ha "troppi visitatori che arrivano durante la domenica gratuita, come il Colosseo, potra' mettere un'entrata gratuita magari in una fascia pomeridiana per gestire meglio i flussi". Inoltre "dal prossimo anno tutti i ragazzi dai 18 ai 25 anni entreranno a 2 euro perche' vogliamo incentivare e creare l'abitudine di andare al museo nei ragazzi che non hanno grandi mezzi economici, perche' vedere una parte del nostro grande patrimonio culturale puo' aiutarli a crescere" ha concluso il ministro.

 

Cultura: Bonisoli, lo Stato deve spendere di piu'

 

"Lo Stato ha un suo ruolo nel promuovere settori come quelli culturali, che sono tra i piu' dinamici che abbiamo. Ma cosa possiamo fare? Spendere. E' la prima cosa che ho capito, ma non e' banale". Cosi' il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico delle Scuole Civiche Milanesi. "La nostra capacita' di spesa non e' quella che ci meriteremmo" ha aggiunto Bonisoli, in riferimento al suo ministero. La prima cosa da fare pero' e' "ordinare" gli investimenti: "In Italia gran parte della spesa culturale viene fatta dagli enti locali, come per i festival in Piazza o i teatri, ma a volte manca il coordinamento. Ordinare non e' la prima scelta di uno che vuole fare carriera politica ma e' importante". Uno Stato, ad avviso del ministro, che deve distribuire risorse ma "non inondare" se vuole garantire la pluralita' della cultura: "Vorrei che i settori creativi fossero floridi vivendo di vita propria e avendo il riscontro che si meritano. Perche' i Paesi che spendevano piu' in cultura erano quelli socialisti perche' volevano diffondere un pensiero omogeneo. Io invece devo dare i soldi ma senza dimenticare le norme: servono risorse sia per film che sono stati pensati per andare in sala, sia per film che sono stati concepiti per un pubblico di e'lite che non saranno in sala per 3 mesi. Se non faccio quello rischio di incentivare la pirateria". Infine secondo Bonisoli, anche nel settore culturale, una piaga e' quella del precariato: "Il mondo della creativita' ha delle dosi di precariato eccessive (sia in teatro e cinema, sia nell'editoria) e io questo lo vivo come un problema. Precariato vuol dire consegnare persone giovani che hanno studiato ad un'ansia e ad un'incertezza esistenziale che non mi sembra degna, ma anche su questo metteremo mano" ha garantito. 

Editoria, Bonisoli: aiuti a piccoli e grandi, diversita' e' valore

"L'editoria e' molto importante e una delle cose che faremo, anche con il mio ministero, sara' aiutare tutta l'editoria italiana, gli editori piccoli e i grandi, ma anche le librerie e i distributori per farsi conoscere di piu' a livello internazionale. E la ragione per cui lo vogliamo fare e' che anche nel campo editoriale rimanga un valore importante come quello della diversita'". Cosi' il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli - oggi a Milano in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico delle Scuole Civiche - ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla riforma dell'editoria e sui possibili tagli ventilati dal governo. "Per i giornali ma anche per i libri io voglio che vengano pubblicati sia quelli che mi piacciono sia quelli che non mi piacciono. E fino a quando saranno pubblicati libri che non mi piacciono vuol dire che siamo in democrazia, e io voglio vivere in un Paese democratico" ha sottolineato Bonisoli. Che poi ha illustrato alcune iniziative del suo ministero a sostegno dei piccoli editori, in questo caso di libri: "Aiuteremo a mettere e regime alcuni attori che sono entrati nella distribuzione editoriale e con i quali per dimensioni o per capacita' finanziaria serve un'interazione con il governo. Stiamo parlando di eventi con una grande visibilita' come la fiera del libro di Francoforte".

 

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