Culture

Norcia e la Civitas Appenninica ufficialmente candidate a Capitale Europea della Cultura 2033

Una preziosa sinergia tra territori del centro Italia per valorizzare l’Appennino e le sue bellezze storiche, culturali, naturali

di Chiara Giacobelli

Nel cuore dell’Appennino, là dove la storia incontra la resilienza, si delinea un ambizioso progetto: la candidatura di Norcia e della Civitas Appenninica a Capitale Europea della Cultura 2033. Un’iniziativa che travalica i confini di un singolo comune per abbracciare un intero territorio, quello delle aree interne dell’Appennino centrale, disseminato di borghi e città unite da un’identità unica, fatta di tradizioni secolari e con uno sguardo proiettato al futuro.


 

Il 1° marzo 2025, nel contesto della 61ª edizione di Nero Norcia, è avvenuta l’ufficializzazione della candidatura, dal titolo “Norcia e la Civitas Appenninica: terra di cambiamento, crocevia di tradizioni e innovazione”. Un evento di grande rilievo, che ha visto convergere rappresentanti istituzionali, studiosi, amministratori e personalità della cultura, tutti uniti dal desiderio di dare a questo territorio un ruolo di primo piano nello scenario europeo. Erano presenti, tra gli altri: Giuliano Boccanera, Sindaco di Norcia; Andrea Sisti, Sindaco di Spoleto; Chiara Biondi, Assessore alla Cultura della Regione Marche; Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016; Maurizio Cecconi, Direttore Artistico del progetto di candidatura; Andrea Spaterna, Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; Fabio Renzi, segretario generale Fondazione Symbola; monsignor Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia.


 

Come si diceva, la proposta non riguarda solo Norcia, ma una rete di 138 comuni che si estende tra Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio, accomunati dalla volontà di trasformare le fragilità in opportunità. Le cicatrici lasciate dal sisma del 2016 sono ancora evidenti, ma questa candidatura vuole dimostrare come la cultura possa essere il motore di una rinascita.

Giuliano Boccanera, Sindaco di Norcia, ha sottolineato l'importanza di questa sfida: “Si tratta di un progetto straordinario per Norcia e per tutte le comunità del cratere. Raggiungere questo traguardo sarà un volano fortissimo per il rilancio della nostra economia, perché la cultura è anche economia. Noi abbiamo radici, tradizioni, borghi bellissimi, santi straordinari come San Benedetto, patrono principale d’Europa: tutti questi elementi ci porteranno verso il nostro obiettivo”.


 

L’idea alla base del progetto è che la Civitas Appenninica possa diventare un laboratorio europeo di cultura, innovazione e sostenibilità. Un concetto ribadito anche da Maurizio Cecconi, Direttore Artistico della candidatura, il quale ha spiegato: "L’Europa ha sancito che anche territori non metropolitani possano essere Capitale della Cultura. Matera ci ha insegnato che questo riconoscimento può trasformare profondamente una comunità. La Civitas Appenninica ha quindi un’opportunità senza precedenti".


 

Fondamentali anche l’intervento e l’adesione da parte del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, che così si è espresso al riguardo: “Vorrei ringraziare sentitamente tutti i soggetti coinvolti in questo progetto, che si sovrappone – pur non esaurendosi in esso – nel cammino che stiamo facendo insieme per unire alla ricostruzione fisica dei molti immobili danneggiati dal sisma una strategia di rilancio e rigenerazione del territorio. Nel 2015 tutti gli esperti di sismicità si dettero convegno in Giappone per stabilire esattamente quale dovesse essere la direttrice su cui convogliare l’azione del sistema pubblico in caso di grande evento sismico. Tutto furono concordi nel dire che da un lato è necessario ricostruire meglio, allontanando la seduzione del principio di “dov’era e com’era” ma imparando dalle esperienze negative, dall’altro allontanare lo spettro che le case ricostruite rimangano vuote e agganciare la modernità.
Occorre pertanto fare in modo che l’arcadia meravigliosa dei nostri borghi possa trovare ulteriori chance e opportunità in una modernità che va interpretata al meglio. Aderiamo quindi convintamente a questa candidatura, che presenta la seguente fondamentale caratteristica e unicità: rappresenta un territorio con una comune matrice sismica, ma anche con l’attitudine a superare un evento estremo nel migliore dei modi. Per quanto mi riguarda questa battaglia, grazie alla vostra partecipazione così sentita, è già vinta”.  

L’essenza del progetto trova radici profonde nella figura di San Benedetto, patrono d’Europa, e nel ruolo storico dei monaci benedettini, custodi e diffusori di un sapere che ha segnato la civiltà europea. L’agricoltura sostenibile, la gestione attenta del territorio, la cultura come veicolo di coesione sociale: sono tutti elementi che hanno plasmato l’Europa e che oggi tornano al centro del dibattito, in un’epoca segnata da sfide ambientali e sociali.

Proprio in tale senso, la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha enfatizzato il valore simbolico della proposta, legandola alle radici spirituali e culturali europee: "Questa candidatura assume un significato particolare in giorni in cui si parla di un’Europa che sembra vacillare. Noi invece la riportiamo ai suoi padri fondatori e al suo patrono San Benedetto. Si innesta in un percorso di pace, e sapete quanto questo ci stia a cuore e faccia vibrare le corde dell’Umbria”.

Il progetto di candidatura ruota attorno a due assi fondamentali: la ricostruzione post-sisma, non solo materiale ma anche sociale e culturale, attraverso una rete di iniziative che favoriscano la partecipazione e la coesione; l’innovazione, con una visione che sappia coniugare sostenibilità e sviluppo, valorizzando le tradizioni locali con nuove prospettive di crescita. L'iniziativa è sostenuta da nove università, centri di ricerca e imprese locali, con l’intento di creare un modello di sviluppo che possa essere esportato anche in altre aree interne d’Europa.


 

Tra i sostenitori di questa visione c’è monsignor Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, che ha evidenziato il valore profondo della candidatura: "Presentare all’Europa questa zona degli Appennini segnata dalle tragedie del terremoto diventa un messaggio di speranza. La gente di queste vallate è forte, ha saputo resistere e continua a farlo. L’Europa oggi ha bisogno di un messaggio di unità e resilienza, e la Civitas Appenninica è il simbolo perfetto di questo spirito”.

La candidatura di Norcia e della Civitas Appenninica non è dunque solo un’occasione di visibilità, ma una strategia di lungo respiro che guarda al rilancio delle aree interne e alla loro capacità di essere protagoniste nel contesto europeo. Come ha ricordato Fabio Renzi, segretario generale della Fondazione Symbola: "Questa candidatura richiama il messaggio di risveglio e consapevolezza di San Benedetto, proprio in un momento di difficoltà per il vecchio continente. L’Appennino centrale, con la sua storia, può essere il simbolo di un passaggio dalla modernità alla contemporaneità, riscoprendo un’economia civile e sostenibile”.


 

Il dossier sarà presentato nel 2027, in un cammino che vedrà il coinvolgimento attivo delle comunità locali, delle istituzioni e del mondo accademico. L’obiettivo è quello di creare un progetto duraturo, che non si esaurisca nel 2033, ma che lasci un’impronta tangibile per le future generazioni.
La candidatura di Norcia e della Civitas Appenninica a Capitale Europea della Cultura 2033 rappresenta quindi una sfida ambiziosa e al contempo un’opportunità storica. È un progetto che si nutre di memoria e di innovazione, di tradizioni antiche e di speranza; è anche l’espressione di un territorio che, nonostante le difficoltà, vuole trasformarsi in un punto di riferimento per l’Europa, dimostrando come la cultura possa essere il motore del cambiamento

Se il 2033 sarà l’anno della consacrazione di questa visione, il lavoro da compiere prima sarà fondamentale per rendere l’Appennino una vera capitale culturale, non solo per un periodo specifico, ma per le generazioni a venire.