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Culture
Palmira, intervista a Fayrouz Asaad, figlia del dg delle antichità di Palmira

Palmira non potrà più ritornare ai fasti di un tempo, ma è importante che sia riportata alla normalità e diventi com'era per accogliere visitatori da tutto il mondo perché è un patrimonio dell'umanità. Lo dichiara ad Affaritaliani.it, Fayrouz Asaad, archeologa e figlia di Khaled al-Asaad, direttore generale delle antichità di Palmira, trucidato dall'Isis nell'agosto del 2015, a Paestum in occasione della Borsa mediterranea del turismo archeologico ideata ed organizzata da Ugo Picarelli. Per Khaled al-Asaad, che dall'uccisione del padre vive in Germania, è la prima intervista concessa in Italia.

Che cosa rappresentava e rappresenta oggi Palmira?  "I resti dell'antica città delle palme hanno stupito negli anni sia per la loro estensione che per il sorprendente stato di conservazione. Se alcune scoperte sono relativamente recenti, il restauro di altre opere, come il tempio di Ba'al, tra i più importanti dell'Oriente, risalgono al 1930 quando gli abitanti vivevano ancora dentro la cinta muraria del tempio. Tuttavia restano ancora vaste zone da sondare. Per questo è importante che tutto il mondo contribuisca a sanare le ferite prodotte dall'Isis e a riportare la città com'era".

C'è quindi grande interesse, non solo legato alla cultura. "Certamente. Organismi internazionali, tra cui italiani, francesi e russi sono già al lavoro per restaurare quello che è caduto sotto i colpi dei miliziani dello stato islamico e riportarlo, se non allo splendore di un tempo, almeno alla sua fruizione da parte di tutto il mondo. Non tutto per fortuna è andato distrutto. Occorre adesso recuperare e rimettere a posto i pezzi rimasti che non sono stati stesi al suolo. E questo lo si deve anche all'esercito siriano che ha messo in campo ingenti risorse umane per liberarla".

Anche gli italiani sono dunque in prima fila. "E' un interesse antico, che nasce con la dinastia degli imperatori romani di origine siriana, come Caracalla, che hanno contribuito alla sua crescita economica, tanto che l'imperatore Adriano concesse a questa città il titolo di colonia".

C'è però anche un interesse che non è legato solo alla storia. "Si, il territorio di Palmira è disseminato di pozzi di petrolio e di gas questo ci fa capire come sia importante e strategica la sua liberazione. Se è stato un miracolo salvarla, adesso ne occorre un altro per riportare la vita alla normalità. Ai miracoli Palmira è abituata. Del resto il suo nome in aramaico è Tadmar che significa appunto miracolo".

 

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