Culture

Palmira, l’appello del British Council: serve una risposta unanime e concreta

Da Londra Emy Muzzi


Mentre il mondo resta attonito ed orrificato dall’esplosione distruttiva del sito archeologico di Palmira in Siria ad opera dei terroristi militanti di ISIS, il web rilancia foto e video antecedenti all’esplosione del tempio di Baal Shamin annunciata e rivendicata da ISIS, che sarebbe avvenuta domenica 23 agosto, sebbene sinora non ci siano video testimonianze ma solo la foto dell’esplosione.

La condanna unanime arriva anche dal Regno Unito. Il British Council in un comunicato denuncia la distruzione del sito patrimonio dell’Unesco come un crimine non solo contro la cultura, ma contro l’umanità intera, lanciando l’appello per una concreta ed effettiva protezione della cultura mondiale. “Abbiamo bisogno di un’unitaria e coordinata risposta internazionale e rafforzare iniziative ad azione a livello locale”, afferma il più importante istituto di cultura britannico per voce di Stephen Stenning, direttore per il patrimonio artistico in Medio Oriente e Nord Africa. “La sottoscrizione della Convenzione dell’Aia (per la protezione del patrimonio culturale mondiale in caso di conflitto armato, in vigore dal ’62 ndr), ci obbliga ad un’azione più decisiva rispetto alla protezione della cultura, come il governo britannico si sta apprestando a fare, in quanto è un modo di rafforzare la coalizione internazionale aprendo anche la possibilità di una risposta rapida per impedire ulteriori minacce”. La BBC nel rilanciare la notizia sottolinea che l’osservatorio Britannico per i diritti umani in Siria (SOHR), con base a Damasco, aveva riportato la distruzione del sito di Palmira come accaduta un mese fa. Ma allora perché una tale mancata protezione del sito?