Culture

Premio Tenco 2021: abbandonare i contrasti musicali, valorizzare l’incontro

Pietro Cifarelli

Riconoscimento a Mogol e Fiorella Mannoia. Bersani, Madame, Voltarelli, Fratelli Mancuso, Enrico Botta e Dario Faini vincitori delle targhe Tenco 2021

Premio Tenco 2021: la conferenza stampa di presentazione con ospiti Mogol, Fiorella Mannoia, Enrico Ruggieri e Stefano Bollani

Unire, non dividere. Con queste intenzioni si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione del Premio Tenco 2021che tornerà in presenza il 21,22 e 23 Ottobre all’Ariston di Sanremo.

“Una canzone senza aggettivi”: è questo il tema fondamentale della 44° edizione della rassegna della canzone d’autore, un edizione che vuole andare oltre le barriere musicali. Cos’è la canzone? Qual è lo scopo della musica? Questo il leitmotiv di un mondo che ultimamente è stato sempre più frammentato tra posizionamenti e linguaggi contrapposti che hanno spostato l’interesse principale della rappresentazione artistica nella suddivisione ad etichette.

Il Premio 2021 ha una missione (finalmente) importante. Prescindere dalla denominazione, dagli aggettivi, valorizzare i sentimenti, le sensazioni. Dove una canzone può essere indicata come “colta” e quando la classificazione “commerciale”?

Il punto è la rappresentazione. Rappresentare la realtà o il sogno, il quotidiano o la poesia come “mondo in cui vorremmo vivere”; accettare entrambe le sfumature di un linguaggio universale e percepibile soggettivamente, senza filtri né influenze. La musica, la canzone come contenitore vuoto, da riempire di emozioni non di giudizi né impressioni, sfumature e colori.

“Senza aggettivi” è l’apertura a ciò che fino ad ora era rimasto forse estraneo al premio Tenco, “Senza aggettivi” come esperienza ultima e prima nello stesso momento.

Nessuna barriera musicale e nessuna barriera sociale. La musica come esempio, la musica d’esempio.

Nelle parole del responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi la spiegazione del titolo: “Per prendere le distanze da quella che una volta veniva semplicemente definita “musica leggera”, dalla fine degli anni Cinquanta l’uso di genitivi e aggettivi ha sempre condizionato la canzone italiana. Come logico e naturale, i desideri di differenziazione e di orgogliosi posizionamenti hanno infarcito il vocabolario musicale di denominazioni indicanti non solo la provenienza o il linguaggio (etnica, rock), ma anche il contenitore di diffusione (commerciale, da festival) stabilendo automaticamente una sorta di contrapposizione qualitativa. Il sapore ideologico di tale contrapposizione ha creato anche più di un punto interrogativo (Azzurro è canzone commerciale se interpretata da Adriano Celentano e d’autore se cantata da Paolo Conte?). Per di più, l’antica antitesi tra una canzone di bassa qualità destinata ai grandi numeri e una di qualità destinata a un’élite veniva a cadere nello stesso momento in cui i maggiori cantautori occupavano i primi posti nelle classifiche di vendita".

"Se la contrapposizione tra provenienze e contenitori aveva una logica pregnante negli anni ’60 e ’70 - ha proseguito Sacchi - non possiamo pensare di restare lì immobili e che il mondo intorno a noi sia immutato. Il Tenco ha quarantanove anni, siamo più duraturi della DDR, è caduto il muro di Berlino è inutile immaginare un mondo immutabile, che vuole ancora fili spinati ideologici e culturali. Rappresentando obsolete barriere culturali, estetiche e qualitative, certe etichettature e denominazioni di origine incontrollata hanno perso ogni ragione di sopravvivenza. Non volendo rappresentare un’istituzione che esiste solo per dare patenti di qualità al cantautorato italiano e riprendendo le autorevoli indicazioni di Luciano Berio e di Roberto Leydi, il Club Tenco crede che, riguardo alla canzone, gli unici aggettivi con diritto di cittadinanza siano “bella” o “brutta”. Perciò, guardando al futuro più prossimo e pensando che per “canzone d’autore” si debba considerare una canzone “bella” indipendentemente dal contenitore di provenienza, il titolo di questa Rassegna della Canzone d’Autore sarà “Una canzone senza aggettivi”.

Proprio in quest’ottica sul palco si avvicenderanno ben otto Premi Tenco 2021. A rappresentare il pensiero di questa edizione ci saranno, infatti, cantautori, autori e interpreti tra i premiati: Fiorella Mannoia, Mogol (per il sodalizio con Battisti), Enrico Ruggeri, Stefano Bollani, Vittorio De Scalzi, Paolo Pietrangeli, il premio Tenco Internazionale Marisa Monte e il Premio Tenco operatore culturale Pere Camps.

Non mancheranno le performance dei vincitori delle Targhe Tenco 2021: Samuele Bersani, Madame, Peppe Voltarelli e i Fratelli Mancuso

Durante le tre serate si potrà assistere a diversi inediti omaggi: nel 100° anno dalla nascita e nel 40° dalla scomparsa, non poteva mancare quello al cantautore, poeta e attore francese Georges Brassens ricordato da Alberto Patrucco.

“E’ una svolta quasi epocale che stiamo compiendo: mi trova d’accordo. Il Tenco mi stava stretto e anche adesso un po’. Ora è una zona più ampia di libertà, creatività e realism: siamo usciti dalla tana. Sono molto felice che Mogol abbia accettato il Premio. E’ un segnale importante per la riconcigliazione della musica in generale e italiana. Ha subìto conflitti non corretti in passato” ha dichiarato Stefano Senardi, membro del direttivo.

Ospiti della presentazione, andata in diretta streaming su zoom anche Fiorella Mannoia: “Sono felice di questo premio sono una abitué del Tenco, lì ho passato tanti anni felici, ho tanti ricordi di serate felici non solo per cantare ma anche per incontrare”, ed Enrico Ruggieri che non si è lasciato sfuggire a una simpatica battuta riguardante la sua assenza dal palco del Tenco: “Non vedo l’ora di arrivare lì e suonarei la mia idea sarebbe quella di portare quello che ho fatto in questi anni, ma il problema è che dall’ultima volta in cui sono stato al Tenco ho registrato 29 album e cercherò di condensare, come fanno i Pooh con i medley. Mi piacerebbe raccontare che cosa è successo dal 1988 al 2021” .

Anche Stefano Bollani, presenta nella conferenza stampa ha dichiarato: “Faccio parte di quelli che sono spariti dal Premio Tenco, ma ribadisco che è il premio degli incontri speriamo di poterlo fare anche con il dopo Tenco . Qui si parla di due cose bellissime: incontri e abbandono dei conflitti e se abbandoniamo i conflitti nella musica magari li abbandoniamo anche in altri ambiti”.

Infine Mogol, che ha voluto ricordare di Luigi Tenco: “Luigi Tenco passava molte ore con mio padre quando andava a trovarlo, fa parte della mia età e se mi avesse dato retta non sarebbe morto. Gli dissi, in una locanda dove ci fermammo a mangiare, di non andare a Sanremo, che non ne aveva bisogno. Mi rispose che gli avrebbe dato popolarità. Alla fine seppi della sua morte e quell'anno andai al suo funerale in un piccolo paesino.”

In un momento dove il settore musicale italiano e non solo sta attraversando, come tutti sappiamo, un momento difficile, l’augurio è che il Tenco riporti valore e fisicità alle esibizioni, partendo dall’obiettivo principale di questa edizione, abbattere le barriere, augurandoci che una nuova ondata di speranza ci assalga come le note di una canzone, che Fabrizio De Andrè, al cui ricordo questa edizione è dedicata, ci ha regalato qualche tempo fa: “Ama e ridi se amor risponde/piangi forte se non ti sente./Dai diamanti non nasce niente,/dal letame nascono i fiori”