Scollamenti Temporali, i collage di Giulio Ceppi in mostra alla Triennale
Inaugura alla Triennale di Milano la mostra “Scollamenti Temporali”, un’ampia raccolta di collages realizzati da Giulio Ceppi
Una selezione del ricco corpus di collages realizzati da Giulio Ceppi, architetto e designer milanese, riserva non poche sorprese ai visitatori della mostra, curata da Elisabetta Longari, “Scollamenti Temporali”, che apre alla Triennale di Milano il prossimo 7 giugno e resterà in calendario fino all’8 luglio.
Le oltre 160 opere collages, che compongono l’installazione, sono basate sulla relazione tra opere d’arte del passato e campagne pubblicitarie contemporanee. Accostamenti a prima vista improbabili trovano una familiarità inaspettata, dando luogo a una serie di contrasti, paradossi e provocazioni.
In questi montaggi su carta Giulio Ceppi ha giocato con due tipi di frammenti: parti di immagini che riproducono capolavori della storia dell’arte dal Duecento al Moderno, e ritagli di riviste che illustrano campagne pubblicitarie di moda, dando vita a relazioni fluide, aperte e imprevedibili tra arte e moda.
“Il lavoro del progettista, architetto e designer, consiste sempre più nell’assemblare materiali, segni, codici, linguaggi, trovando ogni volta una nuova e diversa sintesi, originale quanto capace di produrre un senso condivisibile. Il frammento ha un grande valore in questo processo: che sia frammento fisico o intangibile, mnemonico o reale, figurativo o astratto…non importa. Avrei voluto essere un archeologo da bambino – dice l’autore Giulio Ceppi – capace di ricostruire un mondo dal frammento, di intuire una vita diversa e lontana nel tempo. Che sia un oggetto, un’immagine, un’architettura: il frammento non è però un dettaglio, ma l’inizio di una possibile storia”.
Nelle tavole in mostra alla Triennale, Giulio Ceppi ricerca attraverso il collage, sperimentando liberamente nuove vie espressive e nuovi linguaggi, e rivendicando il diritto alla materia e all’interazione sensoriale con gli oggetti, in un mondo ormai sempre più digitale e immateriale.