Lecce, dalle detenute una lezione di vita: così la filosofia entra in carcere
La filosofa Ada Fiore presenta il libro: "Sono Liberadentro". Un progetto nato insieme alle detenute di Lecce, a sostegno della consapevolezza di genere
L’instancabile filosofa Ada Fiore, già sindaco di Corigliano d’Otranto, il "paese più filosofico d’Italia", e autrice di numerosi progetti per rendere la filosofia una scienza accessibile (come il “filosofo di salvataggio in spiaggia nell’estate 2017), torna con una nuova nuova idea. Ecco il laboratorio di filosofia per le donne “detenute comuni” del carcere di Lecce, da cui è nato anche un libro: "SONO LIBERADENTRO. Traffico di pensieri stupefacenti dal carcere di Borgo San Nicola di Lecce. Eserciziario per ogni stagioni della vita".
"Un "Traffico di pensieri stupefacenti" diventati "urla esistenziali di un genere", quello femminile, che ha bisogno d essere aiutato, sostenuto, difeso, nel suo tentativo di affermarsi in tutta la sua dignità - spiega Ada Fiore -. Un Traffico di pensieri stupefacenti, destinato a tutte quelle donne che vivono, consapevoli o inconsapevoli nelle celle della loro esistenza".
IL LIBRO - Francesca, Maria Grazia, Maria, Melany, Paola, Adriana, Maria sono detenute comuni del carcere di Borgo San Nicola di Lecce e nella loro vita non hanno mai partecipato ad un laboratorio di filosofia. In realtà non conoscono nemmeno cosa sia la filosofia , ma ciò non è importante. All’inizio considerano il laboratorio un’alternativa alla cella, un modo come un altro per trascorrere quel maledetto tempo. Poi però, accettano di mettersi in gioco e provare a conoscersi meglio, o forse, di iniziare a conoscersi. Prima di questi incontri, non si erano mai parlate in questo modo Tutto ciò che sapevano l’una dell’altra , era il cognome di ciascuna, il numero della cella, il motivo della loro reclusione. Quali fossero i loro sentimenti, che cosa provassero, come immaginavano il futuro, erano domande che mai avevano sfiorato i loro pensieri diventati gelidi come quei corridoi da attraversare per arrivare alla stanza destinata al mostro laboratorio. Da gennaio a maggio 2017, ogni martedì, per 2 ore, , si sono raccontate e ascoltate, e tra lacrime e commozione hanno discusso di amore, amicizia, tempo e libertà. Si sono scambiati pensieri: hanno conosciuto quelli di Platone, sant’Agostino, Aristotele; hanno ricambiato donando a tutti noi i loro. Un vero “traffico di pensieri stupefacenti” grazie ai quali cominciare a sentirsi per la prima volta #liberedentro.
Pensieri stupefacenti per la loro semplicità, per il loro essere puzzle di vita vissuta, frammenti di dolore, schegge di desolazione.
Pensieri stupefacenti che sono riusciti ad emergere nonostante la tanta rabbia accumulata negli anni, e la rassegnazione ad una vita non più degna di essere chiamata tale.
Pensieri stupefacenti che sono diventati “urla esistenziali “ di un genere, quello femminile, che ancora oggi ha bisogno di essere aiutato, sostenuto,difeso nel suo naturale tentativo di affermarsi in tutta la sua dignità.”(Ada Fiore)
"SONO LIBERADENTRO" è un progetto nato all'interno del carcere di Borgo San Nicola di Lecce e rappresenta la prosecuzione di un laboratorio di filosofia realizzato nel corso dell'anno 2017, curato da Ada Fiore, responsabile scientifica di Industria filosofica.
Il laboratorio di filosofia è stato indirizzato alle donne “detenute comuni” ristrette nell’ istituto, e si è soffermato su quattro nuclei tematici: amore, amicizia, tempo, libertà.
Le detenute hanno letto alcuni testi filosofici appositamente selezionati, che sono diventati punto di riferimento per una riflessione sulle loro vite, sulle loro storie e drammi personali.
Il materiale raccolto in questi incontri è stato suddiviso in quattro parti (quattro argomenti corrispondenti alle quattro stagioni della vita: amore-primavera; estate-amicizia;tempo –autunno; inverno-libertà) e proposto in una piccola edizione sotto forma di eserciziario, destinato a tutte le donne che pur essendo libere, sono in realtà prigioniere della loro esistenza.
Ogni stagione occupa dieci pagine, in ognuna delle quali è possibile leggere una frase della detenuta accompagnata da un pensiero d'autore. A pie’ di pagina si trovano, invece, tre domande, strettamente legate al contenuto descritto e ispirate al racconto delle esperienze di ciascuna.
Rispondere a quelle domande significherà riflettere sulla propria esistenza, perchè
i pensieri delle detenute, le loro riflessioni, le loro domande, sono diventate uno strumento per avviare un cammino verso una maggiore consapevolezza di sé.
L’eserciziario, inoltre, contiene nel suo interno una cartolina con il destinatario già scritto: “Alle detenute del carcere di Borgo San Nicola.”
Chiunque ne entrerà in possesso, potrà compilare quella cartolina rispondendo a scelta ad una delle domande e la potrà spedire,nel tentativo anche di costruire “ponti di umanità” e “rompere i silenzi dell’anima”.