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Culture
Triennale Design Museum, XI edizione : “Storie. Il design italiano”
© Gianluca Di Ioia

di Simonetta M. Rodinò

 

Triennale cambia strategia. In seguito al dibattito del gennaio scorso sulla necessità di realizzare a Milano un museo del Design “permanente”, e non “a rotazione” - come avviene da dieci edizioni -, ecco la svolta: si dovrebbe realizzare  alla Triennale ampliandone gli spazi con grandi aree del palazzo non ancora utilizzate.

“La Triennale può davvero diventare il sancta sanctorum del design italiano proponendosi come museo vivo che non fugge davanti alle scelte”, spiega Silvana Annicchiarico che lo dirige dal 2007, anno della nascita.

 

Anticipazione in vista della metamorfosi è l’attuale edizione dal titolo “Storie. Il design italiano”,

che si snoda con una sequenza cronologica e una lettura a tema.

 

Attraverso una selezione di 180 opere, scelte per innovazione tecnico-formale, estetica, sperimentazione, riconoscibilità e successo, per la maggior parte provenienti dalla Collezione permanente del Triennale Design Museum, si ripercorrono cent’anni di design suddivisi in cinque periodi.

 

Lo scalone della Triennale si duplica in una grande parete specchiante. Attraversato il ponte, ecco una sorta di strada commerciale dove in alcune vetrine sono rappresentate le diverse forme di distribuzione del design, inteso come merce.

C’è anche una grande macchina-distributore che vende sedie, lampade tavolini.

 

Poi ha inizio l’ordinata esposizione delle icone sul lato curvo dell’edificio, mentre sul lato opposto, cinque sale separate contengono gli approfondimenti dei curatori. Grandi atlanti per la stanza della Geografia, archivi d’immagini fotografiche e riviste per quella della Comunicazione, una sorta di tribuna politica grazie a filmati e documenti per lo spazio dedicato alla Politica, tecnologie di piccole dimensioni, transistor, microchip…per la sala della Tecnologia e per finire la stanza dei numeri con i “valori” economici del mercato del design storico.

 

Gli oggetti esposti sono suddivisi in cinque periodi, dal 1902, anno dell’esposizione internazionale di arte decorativa di Torino - che fu invasa da culture universali – al 1998.

 

Nel segmento 1902 al 1945 s’incontrano, tra gli altri, il Bacio Perugina, la bottiglietta del Campari firmata da Fortunato Depero, il cappello Borsalino. In quello 1946-1963 la “leggera” di Gio Ponti, la Vespa, la Lambretta, la Lettera 22 e la sigla della Radiotelevisione Italiana. Altro periodo 1964-1972 il motorino Ciao, la bicicletta pieghevole “Graziella”, la lampada Eclisse di Magistretti. E ancora, 1973-1983 l’Ovetto Kinder, il Tratto Pen, la poltrona Proust di Mendini, la Panda. Infine, 1984-1998 la poltrona Feltri di Gaetano Pesce, la Embryo Chair di Marc Newson e la Ducati Monster 900  VP del designer argentino Miguel Galluzzi.

 

“Storie. Il design italiano”

Triennale Design Museum – Viale Alemagna 6 - Milano

14 aprile – 20 gennaio 2019

Orari: martedì-domenica 10,30 – 20,30

Ingressi: intero 9 euro

www.triennale.org

 

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Tags:
triennale design museum





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