Economia
Anas, verso il rinnovo dei vertici. Da Dibennardo a Sabrina De Filippis: ecco tutti i nomi in pole
Italferr, Busitalia, Fs Sistemi Urbani e Anas: sono quattro le società del gruppo Fs che andranno al rinnovo dei vertici. Tutti i nomi sul tavolo per la società di gestione delle strade statali
Tutto passa dall’accordo tra Salvini, Meloni e Tajani
Sono quattro le società del gruppo Fs che andranno al rinnovo dei vertici: Italferr, l’azienda che si occupa di ingegneria; Busitalia, che, come dice la parola stessa, gestisce i collegamenti su gomma; Fs Sistemi Urbani, che si occupa delle grandi stazioni cittadine; e, soprattutto, Anas, la società di gestione delle strade statali che ha una rete di 32.000 km e che a breve tornerà in possesso di un’ulteriore rete con il “ritorno” delle arterie di regioni e province. Le attenzioni, naturalmente, si concentrano soprattutto su quest’ultima.
Al momento, il borsino recita quotazioni in ribasso per il presidente, Edoardo Valente, e per l’amministratore delegato, Aldo Isi. Quest’ultimo è stato scelto nel 2021, da Italferr, durante il governo Draghi. Si dice su endorsement dell’allora Ceo di Ferrovie Luigi Ferraris. Oggi Isi non figura né tra gli amici, né tantomeno tra i nemici, di Matteo Salvini. Il quale è il ministro competente per la nomina del nuovo board di Anas. Sulla società però il leader del Carroccio ha un problema “morale”: Tommaso Verdini, fratello della compagna del ministro Francesca, patteggerà a giorni per presunte irregolarità in gare d’appalto. Per questo, poiché la premier Giorgia Meloni, sempre coadiuvata dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, vorrà dire la sua sul nuovo amministratore delegato di Anas, è probabile che Salvini non faccia le barricate per nessun nome specifico. E anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, vorrà esprimersi sul dossier.
Fatte le dovute premesse, ecco i nomi sul tavolo. Il primo è quello di Ugo Dibennardo, già direttore Anas, che avrebbe il profilo adatto per fare il salto. Nelle scorse settimane è circolato anche quello di Umberto Lebruto, attuale amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani. Ma c’è un problema: a gennaio arriverà la sentenza di primo grado sulla strage di Pioltello. Se la magistratura dovesse confermare le richieste, si andrebbe verso una condanna pesante, oltre otto anni, che renderebbero complesso procedere con il nome di Lebruto.
Come si sa, la Meloni vuole aumentare la presenza di donne ai vertici delle partecipate e per questo si fa il nome di Sabrina De Filippis, nominata ad di Mercitalia lo scorso anno. Restando sempre in ambito “quote rosa”, è stato fatto il nome di Maria Annunziata Giaconia, responsabile della direzione business regionale di Trenitalia, che potrebbe salire di grado, diventando ad dell’azienda. Sì perché c’è un’ulteriore possibilità, cioè quella di una sorta di partita a scacchi: Luigi Corradi, amministratore delegato di Trenitalia, potrebbe andare a ricoprire analogo ruolo all’autorità portuale, sfruttando oltretutto il fatto di essere nato all’ombra della Lanterna. E la Giaconia sarebbe tra i papabili per prenderne il posto o per andare a guidare Anas. Se non fosse che, pare, ci sia anche nel suo caso qualche possibile ostacolo. Prende quota, inoltre, un "grande vecchio" dell'economia italiana come Claudio Gemme, già presidente di Anas. Infine, per il ruolo di amministratore delegato di Anas ci sarebbe anche l’attuale Ceo di ATM, Arrigo Giana, che può vantare un buon rapporto con Salvini e che in passato è stato anche a capo di Cotral.
Capitolo presidenza: come già detto, il generale Teo Luzi, in procinto di abbandonare il timone dei carabinieri, non dovrebbe guidare il cda. Prima di tutto, perché se l’ex numero uno della Guardia di Finanza è oggi presidente di Eni, non si capisce perché un uomo che ha ricoperto un incarico così prestigioso dovrebbe finire in una società di secondo livello. Senza contare che, se fosse stato in cima alle preferenze del governo, avrebbe sostituito il defunto generale Graziano in Fincantieri. Un altro nome che è circolato è quello del generale Figliuolo, ma anche qui sembra essere più una boutade che altro: davvero l’uomo che ha cambiato passo alla lotta contro il Covid accetterebbe di fare il presidente di Anas? È davvero in Anas vorrebbero un presidente così “ingombrante”? Come detto, la palla ora è in mano alla politica: lo scorso cda di Anas venne annunciato il 23 dicembre del 2021. Il tempo, quindi, è relativamente importante. Ma dalle parti di Castro Pretorio si domandano: chi verrà dopo Isi?