Economia
Aspi, ok del Cda di Atlantia alla vendita a Cdp. Closing dopo fine novembre
Via libera del consiglio di amministrazione di Atlantia all'offerta formulata dal consorzio guidato da Cdp per la quota detenuta in Autostrade per l'Italia (Aspi), board che ha dato mandato al presidente e all'amministratore delegato per la finalizzazione e la sottoscrizione dell'accordo nel rispetto della scadenza dell'11 giugno (la firma è attesa entro la serata di domani).
L'intesa prevede che il closing non avvenga prima del 30 novembre ed è sottoposto a condizioni sospensive che dovranno verificarsi entro il 31 marzo 2022 o in data diversa concordata dalle parti ma non oltre il 30 giugno 2022, dice una nota. Il 31 maggio scorso l'assemblea dei soci di Atlantia ha approvato con l'87% del capitale presente la proposta di Cdp, Blackstone e Macquarie per l'88% di Aspi.
A quasi tre anni dal tragico crollo del Ponte Morandi, per l'esattezza 34 mesi dopo, il riassetto di Autostrade per l'Italia dunque giunge alla conclusione. In questi giorni i legali delle due parti hanno lavorato ventre a terra per mettere a punto i contratti per la compravendita delle azioni (il cosiddetto Spa) con l'obiettivo di firmare gli accordi vincolanti per la cessione dell'88% di Aspi venerdì.
Questo sarà il signing. Diverso il closing, cioe' quando avverrà il pagamento vero e proprio e il passaggio delle quote: per farlo ci vorranno ancora diversi mesi - e' previsto nel primo trimestre 2022 - visto che ci saranno ancora diversi passaggi formali da espletare cosi' come un delicato "interim period" da gestire.
Il pacchetto di controllo verrà ceduto per 9,3 miliardi (cifra soggetta poi a vari, potenziali aggiustamenti tra earn out e garanzie): anche qui il negoziato e' stato lungo se si pensa che e' passato quasi un anno da quando, nel luglio 2020, il Governo Conte e Atlantia individuarono la strada della "ristatalizzazione" di Aspi per uscire dall'impasse. A sua volta, la holding controllata dai Benetton si avvia a una nuova fase della propria storia, che sara' caratterizzata da una asset rotation sempre focalizzata sulle infrastrutture ma con una spinta ancora maggiore su tecnologia e sostenibilità.
Una prospettiva apprezzata anche dalla Borsa, dove il titolo (oggi +0,8%) si e' riportato a quota 16 euro. Certo, sono lontani i 28 euro toccati nel maggio 2018, prima che la tempesta del Morandi e il durissimo scontro con il Governo impattassero sulle quotazioni del titolo e sul rating della societa', declassata a junk sul timore di una revoca della concessione; cosi' come sono lontani i 23 euro a cui il titolo stesso era risalito lo scorso febbraio, prima che il Covid riducesse drasticamente il traffico autostradale e ancor di piu' quello aereo. Tuttavia, con la liquidita' ricavata dalla cessione di Aspi per la holding si puo' aprire una nuova fase di sviluppo in nuovi settori infrastrutturali.