Banche,ancora vendite.Spreafico ad Affari: "Timori sulla redditività"
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
L'ennesimo bagno di sangue in Borsa per i titoli bancari. Come lunedi e martedì tornano ad esser presi di mira anche i nomi blasonati del settore del credito del Vecchio Continente. Vendite dunque, non solo UniCredit, Intesa-Sanpaolo o Ubi e Mediobanca che hanno appena comunicato al mercato buoni risultati di bilancio, dunque ma anche i colossi europei Santander, Societè Generale, Deutsche Bank e Commerzbank.
Profondo rosso a Piazza Affari e sulle altre borse europee: a Milano il Ftse Mib accusa un calo del 2,92% con tutto il mondo del credito sotto pressione. Sospese Ubi, Mediobanca, Banco Popolare, Mps a cui si aggiungono Unipolsai, Anima Holding e Azimut. Non sono bastate nemmeno le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi sul problema delle sofferenze e sul consolidamento del comparto.
"Faremo tutto quello che e' necessario per risolvere definitivamente la questione degli Npl, nelle modalita' previste dalle regole europee", ha spiegato infatti il premier al termine del Cdm che ha approvato la ratifica dell'accordo europeo sulla garanzia pubblica alla cartolarizzazione dei crediti bancari in sofferenza. "Non siamo preoccupati per il sistema italiano, diamo pero' un ulteriore segno ai banchieri - ha sottolineato il premier - di fare tutto ciò che è possibile per andare nella direzione di un consolidamento".
A Francoforte torna a scendere Deutsche Bank che accusa un tonfo di oltre il 4% mentre Commerzbank limita la flessione a un -3%. A Parigi scivolone di quasi l'8% per Societe Generale nonostante un utile netto in forte crescita nel 2015 a 4 miliardi di euro. Flessioni superiori al 3% per Bnp Paribas e Credit Agricole. Identica performance per il Santander a Madrid.
Come mai l'ennesimo sell-off sui bancari, che diventa panic selling a Piazza Affari? "A parte il rimbalzo di ieri, non è cambiato molto. C'è un'intonazione generale che tende nel complesso a colpire le banche un po' strumentalmente", spiega ad Affaritaliani.it Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Italia. "Non vedo una motivazione reale: come al solito siamo agli eccessi. Siamo in uno scenario in cui le banche fanno fatica a fare redditività, dopo esser state colpite in tutta Europa da un processo di ricapitalizzazione", aggiunge l'esperto. "E' chiaro che si tende ad esagerare nel ritenere che in un contesto di mercato in cui i rischi di deflazione sono molto forti e di mantenimento quindi di tassi a zero ancora per molto tempo le banche possano fare un'enorme fatica a fare redditività in un'economia che ha difficoltà a recuperare. Questo è quello che sta succedendo di base", dice.
Ma per Spreafico nel complesso c'è un altro fattore che spiega i cali, sempre però in maniera "del tutto irrazionale". "Le vendite sono anche un effetto dell'eccesso di liquidità degli anni passati, tema su cui l'Italia è arrivata un po' in ritardo rispetto agli altri Paesi. Abbiamo avuto una situazione generale degli attivi finanziari e mi riferisco al mondo dei titoli di Stato e dei mercati obbligazionari investment grade che rendevano a tassi praticamente bassissimi. Quindi, la maggior parte degli investitori era stimolata ad aumentare le porzioni di investimento nel capitale di rischio (sui mercati azionari, quindi, ndr), situazione che ha creato una sorta di congestione".