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Economia
Banche Venete, l'allarme dei bancari. Cabina di regia contro i licenziamenti

Mentre dal Tesoro il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan parla di "soluzione (senza alcuna forma di baili-in per obbligazionisti senior e depositanti, ndr) ormai prossima", grazie a "incoraggianti interlocuzioni con le istituzioni europee", i bancari italiani lanciano l'allarme e chiedono una cabina di regia in sede Abi su Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca ed Mps, i fronti di crisi del nostroa sistema bancari, contro i licenziamenti.

"Chiediamo ad Abi un accordo programmatico per ricercare soluzioni a favore di quelle banche in difficoltà dove è previsto l'intervento dello Stato, ossia le popolari venete e Mps", è l'appello che Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi lancia dal palco del 123° Consiglio nazionale della Federazione autonoma dei bancari italiani. Un appello all'Abi per "soluzioni di sistema e una cabina di regia Abi-sindacati che consentano di gestire queste situazioni di difficoltà, stabilendo un quadro di regole condivise a tutela dei lavoratori".

Sileoni è chiaro: "Agli eventuali licenziamenti risponderemo con la massima fermezza" e "le ipotetiche deroghe al contratto collettivo potranno essere stabilite unicamente a livello nazionale perchè non accetteremo forzature all'interno delle singole aziende". Quindi, sottolinea Sileoni, "ora, con la nostra proposta, il cerino passerà nelle loro mani".

"In Abi alcune banche sono silenti per non dare vantaggi le une alle altre, mentre in sede di trattativa aziendale si scatenano e chiedono continuamente deroghe al contratto. Ora, con la nostra proposta, il 'cerino' passerà nelle loro mani" sottolinea Sileoni.

Certo, chiarisce il segretario della Fabi, nessuna "apertura incondizionata: se ci saranno i presupposti, dovra' essere unitaria e, soprattutto, condivisa dalle strutture aziendali e di gruppo". Nel suo intervento Sileoni chiede anche all'Abi "una riapertura preventiva del dibattito sul nuovo contratto nazionale dei bancari, mantenendo però inalterata la scadenza dell'attuale al 31 dicembre 2018 per poter gestire al meglio i cambiamenti e le innovazioni di settore senza doverle subire successivamente e poter creare le condizioni per mantenere i livelli occupazionali, definendo le nuove professionalità e nuovi mestieri".

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