Lo sguardo libero

Sinner e la Repubblica delle tasse

Di Ernesto Vergani

Nel giornalismo, la completezza dell’informazione dovrebbe essere un principio cardine. La maggioranza delle cronache sulle celebrazioni di questa mattina al Quirinale per il successo del tennis italiano si sono concentrate sull’assenza di Jannik Sinner, fermo per problemi di salute, con una vena polemica più o meno marcata. Tuttavia, poche hanno menzionato che la sua residenza fiscale è a Montecarlo. Va sottolineato che non si tratta di un’irregolarità: l’evasione riguarda chi vive in un Paese ma non vi paga le imposte, mentre Sinner risiede all’estero e versa le tasse dove vive, come molti suoi colleghi tennisti. Nondimeno, qualche anno fa, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiarò: “La Repubblica è di chi paga le tasse”. Insomma, resta una nota stonata, un dettaglio che sembra fuori posto.

Tennisti con residenza a Montecarlo

Nel Principato risiedono diversi tennisti di primo piano, tra cui Daniil Medvedev, Novak Djokovic, Alexander Zverev, Stefanos Tsitsipas, Holger Rune e vari italiani, tra cui Matteo Berrettini, stamattina presente all’evento nella Capitale. Montecarlo è considerato un luogo strategico per gli allenamenti grazie alla presenza di strutture adatte a tutte le superfici e alla possibilità di confrontarsi con i migliori giocatori. Oltre a questo, il regime fiscale risulta vantaggioso.

Sistema fiscale per le persone fisiche

Molti scelgono il Principato per il regime fiscale. Monaco non impone tasse sul reddito, sulle plusvalenze o sul patrimonio. Non sono previste imposte sugli immobili. Anche in materia successoria, ci sono agevolazioni: l’eredità tra genitori e figli o tra coniugi per beni situati nel Principato non è tassata. Per fratelli, l’aliquota è dell’8%; tra zii e nipoti del 10%; tra altri parenti del 13%; tra non parenti del 16%.

Vantaggi per le imprese

Le società con sede a Monaco godono di un trattamento fiscale favorevole. L’IVA è applicata in linea con il diritto europeo. Tuttavia, le aziende che operano solo nel Principato non pagano imposte sugli utili. Se il 25% del fatturato proviene dall’estero, si applica l’imposta sul reddito d’impresa con un’aliquota del 25%.

Evasione fiscale in Italia

Nel 2021, l’evasione fiscale in Italia è stata stimata a 82 miliardi di euro, in calo rispetto ai 85 miliardi del 2020. Le imposte più colpite sono l’IRPEF sui redditi da lavoro autonomo, con 29,5 miliardi di euro evasi (66,8% del totale), l’IVA con un tax gap di 17,8 miliardi di euro (13,8%) e l’IRES con 7,9 miliardi di euro evasi. L’Italia registra uno dei tassi di evasione più alti in Europa. Il tax gap IVA è del 13,8%, contro una media europea del 9,1% (fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze, ottobre 2024). Tra il 2016 e il 2021, il divario fiscale si è ridotto di circa 26 miliardi, segnale che le misure di contrasto stanno dando risultati concreti.