Economia
Dall'’offerta di Unicredit su Banco Bpm a quel terzo polo bancario con Mps: un 2025 di fuoco per il risiko bancario. Il punto
Mps continua a sorprendere: il secondo trimestre 2024 si è chiuso con un utile netto di 826,5 milioni di euro
UniCredit, Banco Bpm e Mps: il risiko bancario accende anche il 2025
Il risiko bancario italiano è pronto a rientrare nel vivo, e anche un piccolo movimento può fare la differenza. Un esempio è il patto di consultazione siglato oggi tra i soci di Banco Bpm che, con un semplice aumento allo 6,51% del capitale sociale, segna un cambio minimo ma significativo.
Sul fronte delle quotazioni, la giornata è stata poco movimentata: Piazza Gae Aulenti ha chiuso con un +0,25%, mentre Banco Bpm è sceso dello 0,74%. In controtendenza Mps, che ha registrato un +1,88%. Ma il dato davvero interessante è un altro. Dopo anni in cui le banche italiane venivano scambiate sotto il valore di libro, si intravede un riallineamento. Banco Bpm, ad esempio, ha visto il suo valore azionario crescere dopo l’offerta di UniCredit, raggiungendo una capitalizzazione di 11,8 miliardi di euro. Con un patrimonio netto di 15 miliardi, il titolo è arrivato al 78% del valore del capitale, poco sopra Mps (74%), UniCredit è quasi alla parità, mentre Intesa Sanpaolo l’ha già superata.
Il cuore della questione resta però l’offerta di UniCredit su Banco Bpm, che ha animato il dibattito nell'ultima parte del 2024. Nonostante i 10 miliardi messi sul piatto da Andrea Orcel, Banco Bpm ha respinto la proposta, nel frattempo, però, Crédit Agricole, primo azionista di Banco Bpm, aveva aumentato la propria quota dal 9,9% al 15,1%, con l’obiettivo dichiarato di arrivare al 19,99%. Una mossa per contrastare UniCredit, che intanto valutava, e sta valutando, un rilancio. In questa partita bancaria anche il governo italiano è intervenuto, richiedendo maggiore trasparenza tramite il golden power.
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Nel frattempo, Piazza Meda aveva avviato un’Opa su Anima Holding, di cui già detiene il 22,5%, con l’obiettivo di acquisirne il controllo totale. Tuttavia, la passivity rule impedisce al momento ulteriori operazioni straordinarie, congelando anche eventuali scenari di fusione con Mps, ritenuta da molti una soluzione ideale per dar vita a un terzo polo bancario nazionale. A che punto siamo ora? La Consob sta valutando i prospetti sia dell’Opa su Anima sia dell’offerta di UniCredit su Banco Bpm, mentre l’Antitrust ha già dato il suo via libera.
Sul versante opposto, Mps continua a sorprendere: il secondo trimestre 2024 si è chiuso con un utile netto di 826,5 milioni di euro, ben oltre le aspettative degli analisti. Un risultato che rafforza l’ipotesi di una partnership strategica con Banco Bpm. Insomma il futuro del sistema bancario italiano è appeso alle prossime mosse strategiche e alle scelte politiche. Chi sarà in grado di guidare il gioco?