Economia

BancoBpm e covered bond, una torta golosa per Unicredit. Ecco che cosa stuzzica davvero Orcel

di Italia di Stile

Ecco i reali interessi di Unicredit dietro l'operazione su Banco Bpm

OPS! Da UniCredit l’offerta pubblica di scambio volontaria sulle azioni di BPM

Oggi BPM riunisce il CDA e vaglia le strade che si sono aperte, dopo l’annuncio dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria di UniCredit sulle azioni BPM, del valore di circa 10.09 mld di euro. UniCredit sta già preparando il terreno, fissando il 10 aprile l’assemblea straordinaria per approvare l'aumento di capitale, del +13,9% (Fonte Unicredit.eu) con nuove azioni destinate a essere scambiate con quelle del Banco BPM.

L’amministratore delegato Andrea Orcel spiegava ieri che, se riesce a completare l’operazione entro giugno 2025, UniCredit saluta un’ennesima crescita, assicurando “investimenti per la clientela nei canali di distribuzione e nella tecnologia di Banco BPM". Ha parlato di un win-win per i due gruppi bancari, che ne uscirebbero rafforzati, mentre UniCredit arriverebbe a controllare il mercato domestico, arrivando a rappresentare il 50% dell'utile netto combinato, seguendo una precisa roadmap, che parte dalla presentazione del documento OPS alla Consob entro 20 giorni per poi passare a richiedere le autorizzazioni da autorità italiane ed europee (BCE, Banca d’Italia, IVASS), per arrivare al controllo su Anima Holding (su cui Banco BPM ha lanciato l’offerta lo scorso novembre) e altre controllate. La conclusione sarebbe prevista per giugno 2025.

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UniCredit, dalla solidità certa sul piano internazionale al rischio di monopolio nazionale

Il gruppo UniCredit, uno dei più solidi, riporta un CET1 ratio del 16.1% (dato del 30 settembre 2024 fonte FITD) ed ha una solida posizione di capitale, avendo registrato un’impennata nella crescita, di ben 10,1 miliardi nei primi nove mesi dell’anno. Solidità che è il risultato dei 3.5 miliardi di euro iniettati nel terzo trimestre 2024, grazie all’azionariato di BlackRock (5,12%) e Allianz, (3,13%) insieme agli azionisti di Stati Uniti (41%), Regno Unito (25%), una minoranza azionaria dell’UE (22%), e un’esigua italiana (7%). Da questi investitori dipendono decisioni strategiche, come ad esempio i piani di retribuzione e le politiche aziendali.

La conquista delle quote del Gruppo BPM è golosa

Gli atout positivi del gruppo BPM, con un CET1, Common Equity Tier 1, rendono l’offerta di covered bond del gruppo una torta molto golosa per gli investitori, considerato che a 30 settembre 2023 il CET1 ratio di BPM era del 14,33%, ben al di sopra del requisito minimo BCE (9,07%) e che nel terzo trimestre del 2024 era al 15,50%, con un trend in crescita (fonte FITD).

Il totale delle esposizioni nette verso la clientela al 30 settembre 2024 era di 101,4 miliardi di euro, in calo di 4,1 miliardi rispetto al 31 dicembre 2023, grazie a gestione prudente di impieghi ed esposizioni, mentre le esposizioni nette deteriorate (non-performing loans) di 1,7 miliardi di euro erano in miglioramento rispetto al dato di fine 2023 (incidenza sul totale degli impieghi al lordo delle rettifiche pari a 3,5%).

Anche il settore immobiliare e il patrimonio (settore maggiormente a rischio), a settembre 2023 di 915 milioni di euro, ha subito un dimensionamento, con la cessione di asset immobiliari di 295 milioni di euro, ridotto ulteriormente a 479 milioni di euro nel 2024, in un quadro strategico triennale che prevede la razionalizzazione del 50% di questi attivi. Banco BPM, al 30 settembre 2024 risulta esposta verso il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia, con i titoli di Stato che ammontano a 13,55 miliardi di euro, meno del 50% del suo portafoglio, in linea con una gestione prudenziale.

Ha infine ridotto il debito dei programmi di finanziamento della BCE, TLTRO III (programma Targeted Longer-Term Refinancing Operations della BCE avviato nel 2019), progettato per stimolare l'economia reale, con prestiti a famiglie e imprese, per la ripresa post-crisi.

Covered Bond BPM, occasione galeotta per UniCredit e preoccupante per il governo

Perciò, l’emissione da parte di BPM dei "covered bond”, (bond a garanzia doppiamente protetta, dal patrimonio dell'emittente e da un "portafoglio di attivi", come mutui immobiliari o crediti su enti pubblici, per un valore di 750 milioni di euro, è un’occasione appetitosa per UniCredit.

Si tratta di obbligazioni che rispondono a normative rigorose nell'Unione Europea, (EU Covered Bond Directive) soggette a standard di affidabilità degli attivi sottostanti, che proteggono gli investitori. Ed infatti gli ordini provenienti da istituzioni hanno superato il doppio dell'importo emesso, assicurando ai titoli un rendimento dal rating elevato in Borsa del Lussemburgo (rating Aa3 secondo Moody's).

UniCredit punta ora alla posizione di Joint Bookrunner nell'emissione dei bond, acquisendoli sia in proprio, sia assicurandosi l’agio nella vendita a clienti istituzionali.  

Se chiude l’operazione, Banco BPM cambia strategia rispetto alla sua attuale indipendenza, limitando la partecipazione in MPS al di sotto della soglia del 9,9%. Ecco il motivo della delicatezza della decisione di oggi di BPM, in sede di riunione del CDA, sul se aprire le porte ad UniCredit e ai suoi azionisti.

La strategia di UniCredit trova favorevole la BCE alle aggregazioni bancarie, utili a fronteggiare costi tecnologici e di compliance. Mentre il governo italiano manifesta perplessità: il vicepremier Matteo Salvini ha lamentato un pericolo di monopolio, auspica una verifica di Banca d’Italia, sottolineando il rischio di ostacolare un potenziale terzo polo formato da BPM e Montepaschi. "UniCredit ormai di italiano ha poco", ha detto, riferendosi alla detto negli scorsi giorni, temendo l’azionariato internazionale della banca, dominato da investitori di USA (41%), Regno Unito (25%) e UE (22%), con una minoranza italiana del 7%.

In effetti BPM ha acquisito il 5% di Montepaschi dopo la vendita del 15% da parte del MEF, consolidando la propria posizione ed ha lanciato un’Opa per il controllo totale di Anima Holding, partner strategico per la distribuzione di prodotti finanziari. Aprire ad UniCredit dunque significherebbe ammetterla al tavolo dei titoli di Stato BPM e frenare sull’ipotesi di un terzo polo, potenzialmente nascente dalla fusione BMP e MPS.

Ecco spiegate le divergenze di posizione tra Orcel e Giorgetti: il Ministro dell’Economia ha ricordato che esiste la "golden power" per valutare l’operazione, "Il modo sicuro per perdere è impegnarsi su due fronti", ha ammonito, riferendosi anche agli interessi di UniCredit in Germania.