Economia
Bce ferma, si guarda a settembre. Il taglio dei tassi previsto nella prossima riunione
Le decisioni future continueranno a garantire che i tassi di interesse rimangano “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”
Bce, si prevede il taglio dei tassi a settembre
Come ampiamente previsto, la BCE ha mantenuto invariati tutti e tre i tassi di politica monetaria in occasione della riunione di luglio. Il tasso sui depositi rimane quindi al 3,75% dopo il taglio di giugno. La banca centrale continua a ritenere che i tassi in vigore stiano contribuendo a ridurre l'inflazione e che la politica monetaria stia mantenendo le condizioni di finanziamento sotto controllo.
Le decisioni future continueranno a garantire che i tassi di interesse rimangano “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”. Naturalmente, la BCE non si impegnerà in un particolare percorso di riduzione dei tassi e continuerà a farsi guidare dai dati. Nel complesso, si è trattato di una conferenza stampa piuttosto neutra e non impegnativa.
Il nostro scenario di base prevede un taglio a settembre. In questo senso, non crediamo che settembre sia necessariamente “wide open”. In effetti, un taglio è previsto all'80% per settembre. Riteniamo che i prossimi dati dovrebbero confermare la narrativa disinflazionistica e consentire un taglio alla prossima riunione.
Insieme alle crescenti probabilità di un taglio da parte della Fed (con i “global drivers” che trascinano i rendimenti verso il basso), vediamo i rendimenti dei Bund in calo nel corso della seconda metà dell'anno, con un obiettivo a fine anno del 2,25%. Questo ci mantiene costruttivi sulla duration dell'area euro.
Gli spread EGB (Francia esclusa) rimangono relativamente solidi, con i BTP-Bund a 10 anni che sono tornati a livelli stretti. La politica dei QT è stata comunicata in modo trasparente con un'attuazione prevedibile.
Anche l'offerta continua a essere assorbita bene e le pressioni stanno diminuendo nei mesi estivi. Continuiamo a vedere una potenziale volatilità localizzata negli spread degli OAT-Bund, che continuano a rimanere vulnerabili ai processi di formazione del bilancio e del governo francese.
* Head of Developed Market Debt Sovereign Research