Economia
Bnl, sindacati:da Commissione garanzia via libera allo sciopero del 24 gennaio
La protesta contro il progetto di esternalizzazione mediante cessione dei rami d'azienda del back office da parte della banca
L'intervento della Commissione dopo la segnalazione del 12 gennaio inviata dalla Bnl
Via libera, da parte della Commissione di garanzia, allo sciopero del 24 gennaio in Bnl Bnp Paribas indetto dai sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. In una nota le sigle dei bancari riportano la valutazione espressa dalla commissione sullo sciopero da loro proclamato contro il progetto di esternalizzazione mediante cessione dei rami d'azienda del back office da parte della banca. La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, è intervenuta dopo la segnalazione del 12 gennaio inviata dalla Banca nazionale del lavoro, si legge nella nota.
"Dopo la massiccia adesione allo sciopero del 27 dicembre scorso e in vista della nuova giornata di sciopero proclamata per il prossimo 24 gennaio, Bnl incassa un colpo anche dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali", commentano le segreterie nazionali di Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca.
"La Bnl, non essendo riuscita a boicottare lo sciopero di dicembre con mille ostacoli pretestuosi - osservano i sindacati - in questa occasione si è mossa d'anticipo ricorrendo alla Commissione di garanzia e cercando di impedire o limitare l'azione di protesta ricorrendo a cavilli che, ad esito della pronuncia dell'autorità indipendente, si sono rilevati inconsistenti. Lo sciopero è stato legittimamente proclamato".
"Lunedì - aggiungono le sigle - l'adesione allo sciopero dovrà segnare un punto fondamentale in questa lunga vertenza: a breve inizierà la procedura per la cessione di ramo del back office, dopo che quella relativa all'IT si è conclusa senza accordo, e come sindacati ripartiamo dalla nostra ferma richiesta di un confronto volto alla ricerca di soluzioni complessive per tutte le questioni aperte".
"Unico diverso scenario possibile in caso di rottura definitiva - concludono - è la prosecuzione, senza limiti temporali e senza esclusione di colpi, della mobilitazione che proseguirebbe anche nelle aule dei tribunali".