Economia
Bocconi Alumni, alla ricerca di un equilibrio tra Business e Compliance
Business e Compliance: due ingredienti fondamentali se ben bilanciati. Se n’è parlato oggi alla Bocconi.
Si è tenuto oggi il convegno “Alla ricerca dell'equilibrio tra compliance e business nel CdA” organizzato dalla Bocconi Alumni Community-Topic Governance. Sono intervenuti al dibattito Enrico Maria Bignami , Sindaco ENI, Alessandro Cozzi, Amministratore Delegato di WIIT, Marco Giorgino, Presidente Comitato Rischi MPS, Elisabetta Magistretti, Amministratore non esecutivo e Cristina Scocchia, Amministratore Delegato KIKO
Le grandi società quotate sono sottoposte a stringenti regole di Governance che danno grande importanza alla Compliance. Si tratta di una delle attività poste a tutela della corretta conduzione delle aziende che ha avuto maggiore sviluppo negli ultimi 20 anni, che occupa sempre più tempo e richiede maggiore impegno al consiglio di amministrazione. Imprenditori e Amministratori Delegati, pur rispettosi delle regole, fanno spesso notare che il CdA è responsabile anche dei risultati economici, aprendo un dibattito sulla necessaria ricerca di un equilibrio tra queste due componenti. A tal proposito Stefano Modena, Leader Topic Governance, intervistato da Affaritaliani.it ha spiegato: “ Le due componenti devono andare di pari passo, ma negli ultimi vent’anni la Compliance ha assunto un valore sempre maggiore. È fondamentale per il mercato l’assicurare che le cose vadano bene e che l’azienda sia controllata per evitare che ci siano sorprese, però naturalmente questo toglie molto tempo all’attività di conduzione dell’azienda. In questo convegno si confronteranno persone che hanno incarichi molto diversi all’interno di grandi aziende, quotate o non quotate, regolamentate o meno regolamentate, per cercare di capire cosa si fa all' interno dei consigli di amministrazione per trovare appunto il giusto equilibrio”.
Modena, Leader Topic Governance:" Più equilibrio tra Business e Compliance"
Il fine di voler donare un resoconto che sia il più possibile completo, viene esplicitato da una tavola rotonda eterogenea che vede il confronto tra Enrico Maria Bignami , Sindaco ENI, Alessandro Cozzi, Amministratore Delegato di WIIT, Marco Giorgino, Presidente Comitato Rischi MPS, Elisabetta Magistretti, Amministratore non esecutivo e Cristina Scocchia, Amministratore Delegato KIKO.
“La Compliance è assolutamente importante e diventa una base insostituibile che dà la garanzia per intercettare i rischi ma per trovare un equilibrio bisogna capire che la Compliance deve essere un supporto al Business”, ha messo in evidenza Enrico Maria Bignami, aggiungendo ai microfoni di Affaritaliani.it: "L'’importante è essere focalizzati sul Business, dopodiché la compliance è un elemento fondamentale, per lavorare in una maniera corretta e quindi deve essere affrontata. In Eni viene affrontata in maniera molto importante infatti c’è sempre un tema legato alla compliance nell’ordine del giorno, che viene sempre approfondita e non gestita in maniera superficiale, senza che divenga però preponderante sul Business”.
Bignami, Eni:"Compliance non deve essere preponderante sul Business"
Cristina Scocchia ha inoltre sottolineato : “Kiko è cresciuta in maniera esponenziale negli anni e come tutte le aziende che crescono in fretta bisogna a un certo punto ripensare il loro ruolo. Io sono subentrata in questa fase di espansione e quindi è nata l’esigenza di un aumento di capitali che ha provacato l’ingresso nel private equity nel 2018: si passa così da un’azienda familiare, dove non c’era un vero e proprio CdA, a un’evoluzione della Governance, tanto che adesso abbiamo un CdA di 9 membri. A quel punto bisogna iniziare ad evolvere sulla compliance, e a me ha fatto piacere sapere che sia ritenuta una cosa importante, perché si inizia a dotare l’azienda di processi e procedure che aiutano anche a uno scambio di idee con persone che hanno un backgroud e dei punti di vista diversi. Molte volte ho visto gli imprenditori italiani spaventarsi più del dovuto della compliance, perché il CdA non porta solo burocrazia ma anche il contributo di idee nuove”.
Marco Giorgino, Presidente Comitato Rischi MPS, ha invece chiarito: “sono passati vent’anni dall’introduzione del codice di autodisciplina delle società quotate, e credo si possa fare un bilancio positivo. Questo tema non è ritenuto importante solo da chi è quotato, ma inizia ad essere sentito come importante anche da aziende che vogliono fare un salto di qualità e ritengono che bisogna lavorare proprio sulla Governance. Declinare questi temi senza fare una caratterizzazione settoriale è complicato: è alquanto diverso quando si parla del settore bancario, difatti in un mondo così iper-regolamentato il tema del bilanciamento diventa più complesso. Credo che la Compliance sia essenziale ma che lo sia innanzitutto come metodo di lavoro. La Compliance che funziona non è un censore di quello che si fa ma è una cosa che conferisce un metodo per valutare ,nel modo migliore, le decisioni e mitigare i rischi. Ora non tutti quelli che esercitano questo ruolo lo fanno in maniera costruttiva. Bisogna spiegare a chi fa Compliance cosa significa fare il Business e viceversa.” Elisabetta Magistretti ha concluso : “ E’ la diversità della componente consiliare a creare difficoltà. Nelle ultime visioni strategiche quando una banca deve fare un CdA non è libero di fare come crede. Devono esserci delle caratteristiche specifiche che dovrebbero compensare numerosi aspetti: ci vuole chi conosce il business, chi conosce i rischi, la tecnologia ecc.. C’è anche l’esigenza di potersi confrontare e questo richiede il giusto tempo".