Economia
Bonus rottamazione di 1.500 euro. Varrà anche per i veicoli Euro 3
Il bonus rottamazione, che probabilmente vedrà la luce martedì al termine del consiglio dei ministri, verrà esteso anche agli Euro 3 (dagli euro 4). L’ultima bozza del decreto Clima, stoppato due settimane fa per il nodo risorse e per i lavori di affinamento fra Ministero dell’Ambiente, Economia, Sviluppo economico e Infrastrutture, mette a disposizione più risorse rispetto al testo precedente (da 100 a 125 milioni il prossimo anno) per mandare in soffitta le auto più inquinanti.
Oltre ai 5 milioni subito per il 2019, il fondo “Programma sperimentale buono mobilità” da 255 milioni ha aumentato la dotazione a 125 milioni per il 2020 e la stessa cifra sarà disponibile per il 2021. Resta valido l’impianto dell’uso alternativo del bonus ideato nelle precedenti bozze: il “buono mobilita” per i cittadini che rottamano l'auto, entro il 31 dicembre 2021, rimane di 1.500 euro (nelle prime versioni del provvedimento arrivava a 2.000 euro) e potrà essere utilizzato infatti anche per gli abbonamenti del trasporto pubblico e di sharing-bike, comprese quelle a pedalata assistita.
Verrà erogato ai residenti dei Comuni più inquinati e potrà essere utilizzato entro i tre anni successivi per l’acquisto, anche a favore di un convivente. Secondo le indiscrezioni circolate nel week-end, nel decreto troveranno spazio anche i fondi (pochi) per il miglioramento delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici e la promozione del trasporto scolastico sostenibile.
Nella bozza, ora al vaglio del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, non sono presenti invece gli incentivi ai prodotti sfusi, che invece secondo quanto ha riferito Repubblica, probabilmente verrà presentatati direttamente in Cdm. Le ipotesi sono due: incentivi ai commercianti per l’apertura dei “corner green” (punti vendita dei prodotti sfusi) oppure incentivi all’acquisto, a vantaggio dunque dei consumatori.
La bozza poi prevede un Comitato interministeriale sui cambiamenti climatici e la qualita' dell'aria, istituito in seno al Cipe. Un organo che definirà uno specifico Programma strategico nazionale e che potrà contare su "almeno il 35% delle risorse disponibili del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2021-2027" a questo Programma, che dura 5 anni.
Infine, la riduzione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi per raggiungere gli obiettivi del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria sarà in legge di Bilancio e non nel decreto.
L'ultima versione stabilisce infatti che l'entità della riduzione verrà stabilita in manovra e gli importi saranno destinati per il 50% a un Fondo del ministero dell'Economia per interventi in materia ambientale, al sostegno della transizione ecologica delle imprese e dei consumatori, alla promozione di tecnologie e prodotti a basso contenuto di carbonio e di modelli di produzione e consumo sostenibili.
@andreadeugeni