Economia
Borsa, i venti di guerra in Ucraina scuotono ancora i mercati. Spread a 160
Nuovi ribassi sui listini azionari dopo che il presidente americano Joe Biden ha definito "estremamente alto" il rischio di un'invasione russa in Ucraina
Acquisti sul bene rifugio per eccellenza: l'oro ha sfiorato i 1.900 dollari, ai massimi da otto mesi
I venti di guerra che spirano intorno alla crisi Ucraina colpiscono i listini azionari che, prudenti nella prima parte di seduta, hanno imboccato la via dei ribassi quando il presidente Biden ha definito "estremamente alto" il rischio di un'invasione russa. Sullo sfondo delle tensioni geopolitiche rimane la preoccupazione degli investitori per le mosse delle Banche centrali che, per frenare l'inflazione, potrebbero annunciare strette di politica monetaria piu' severe del previsto (a partire dalla Fed). Senza contare il timore che l'indice dei prezzi anche in Europa continui a salire per tutto il 2022.
Secondo le previsioni del bollettino mensile Bce, infatti, l'istituto centrale ha spiegato che manterra' per ora un atteggiamento aperto e flessibile a tutte le opzioni. Questo vortice di tensioni ha riportato gli investitori sul bene rifugio per eccellenza, cioe' l'oro, che ha sfiorato i 1.900 dollari l'oncia, ai massimi da otto mesi. Riprende la corsa anche del prezzo del gas, arrivato a salire oltre il 7% a 74,9 euro al megawattora. Il Ftse Mib a fine seduta e' stato il listino peggiore in Europa con un rosso finale dell'1,1%. Le vendite, come nel resto del Vecchio Continente, hanno colpito in particolare le banche, da Bper (-4%) a UniCredit (-2,7%), con gli scenari di risiko del settore che sembrano raffreddarsi di colpo.
Realizzi su Tenaris (-2,8%) dopo i conti sopra le attese (il titolo da inizio anno ha guadagnato circa il 25%, il migliore del Ftse Mib dietro solo a Banco Bpm). In controtendenza la holding Atlantia (+1%) e Ferrari (+0,6%) che ha presentato la nuova monoposto di F1. Fuori dal paniere principale, ePrice vola del 9,6% festeggiando l'interesse di Negma Group, intenzionata a ripatrimonializzare la societa'. Sul fronte dei cambi, l'euro passa di mano a 1,1367 dollari (ieri in chiusura a 1,1375) e a 130,70 yen (131,29), mentre il rapporto dollaro/yen si attesta a 114,97 (115,42). In retromarcia, infine, il greggio con il petrolio Wti di marzo che cede il 2,5% a 91,3 dollari e il Brent di aprile a 92,7 dollari (-2,2 per cento).
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