Carlyle dismette i suoi hedge fund. Rumors
Costano troppo, non rendono più come un tempo e non costituiscono spesso valide alternative d'investimento:così il fondo Carlyle valuta un'uscita dalle attività
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Hedge fund, il gioco non vale più la candela. Dopo tre anni di magra redditività del mercato degli hedge fund, il fondo Carlyle valuta un'uscita dalle attività legate al comparto, complici le difficoltà che il private equity sta incontrando in questo settore. A dare la misura dei problemi del gruppo nel settore è, per esempio, il fatto che gli asset di Claren Road, uno degli hedge fund controllati da Carlyle, sono calati a meno di un miliardo di dollari dagli 8,5 miliardi di due anni fa.
Come riporta il Financial Times, Carlyle venderà la propria quota di Emerging Sovereign Group, uno dei fondi in cui ha la maggioranza, agli altri partner dell'hedge fund, mentre l'anno scorso ha già riconfigurato Vermillion, un altro fondo, ribattezzandolo Carlyle Commodity Management e facendolo confluire nelle attività legate alle materie prime. Inoltre, lo scorso febbraio Carlyle ha chiuso il fondo di fondi Diversified Global Asset Management e tre mesi dopo il numero uno della divisione Global Market Strategies, Mitch Petrick, si è fatto da parte per avviare una propria società di gestione investimenti.
"Stiamo valutando quali possano essere i prossimi passi", ha detto Curt Buser, direttore ofinanziario del gruppo Usa che in passato ha visto fra i propri collaboratori anche il finanziere George Soros e l'ex presidente americano George Bush. Facendo i conti in tasca al settore, gli hedge fund costano troppo, non rendono più come un tempo, non paiono in grado di produrre reali “alternative” di investimento per cavare il meglio da mercati appiattiti dalla liquidità delle banche centrali e da volatilità e correlazione crescenti.
L’inizio del 2016, con la frenata della Cina che ha sopraffatto tutti, è stato tra i peggiori da un decennio: e la chiusura di molti fondi, tra cui attori di peso come Blue Crest, Nevsky, Standard pacific, Orange capital, ha reso incerta la strada di tutti e i deflussi, a quanto pare, non sembrano voler rallentare.