Economia

Chi è Francesca Bellettini, l'italiana tra le 25 donne più influenti al mondo

Partita dalla finanza e ora alla guida Yves Saint Lauren. Ecco chi è l'unica italiana tra le 25 donne più influenti del mondo

Francesca Bellettini, chi è la top manager dell'alta moda unica italiana tra le 25 donne più influenti del 2022 secondo il Financial Times

Un italiana tra le 25 donne più influenti al mondo. Nella classifica stilata per il 2022 dal Financial Times, tra le “wonderful women” che hanno lasciato il segno con il loro lavoro c’è anche Francesca Bellettini.

Bellettini, grazie a lei il “volo” di Yves Saint Laurent                     

Insieme a Ceo, prime ministre, sportive, attiviste per i diritti civili, filantrope, musiciste, scrittrici premi Nobel, insieme a un soggetto collettivo come le donne dell'Iran, l'unica italiana nella lista è l'amministratrice delegata di Yves Saint Laurent, marchio della moda di lusso del gruppo Kering.

Unica italiana presente nell'ambita graduatoria, Francesca Bellettini, dopo la laurea alla Bocconi di Milano, inizia la sua carriera a Londra, da Goldman Sachs. Nel 1999 entra nel settore del lusso con il gruppo Prada, per poi ricoprire il ruolo di manager per Helmut Lang.

Nel 2003 entra nel gruppo Kering come direttore della programmazione strategica e direttore del merchandising internazionale di Gucci. Nel 2008 passa in Bottega Veneta e nel 2013 viene nominata presidente e amministratrice delegata di Yves Saint Laurent. E' riuscita nell'impresa di far volare Saint Laurent fino a 5 miliardi di ricavi attesi nel medio termine. Il brand di lusso ha infatti ottenuto in terzo trimestre eccezionale, con un fatturato di 916 milioni di euro, in crescita del 40%, e lo ha fatto “senza un mormorio”.

“Chiedile qual è il segreto per una leadership di successo e ti dirà che è ossessionata dall'equilibrio: nei mercati globali, tra le categorie o nei rapporti tra uomo e donna”, annota Ellison, autrice della classifica, invitando a tenere d'occhio “l’italiana senza pretese” entrata nel gruppo Kering nel 2013, perché “potrebbe fare una mossa importante”. Un’allusione, questa, accostabile all’indiscrezione secondo cui Bellettini potrebbe approdare a Gucci (dove è già stata), dopo il subentro di Marco Bizzarri seguito all'addio del direttore creativo Alessandro Michele.

Donne e categorie in classifica

Tra le altre leader “incoronate” dal Financial Times assieme a Bellettini ci sono altre due Ceo: Jane Fraser di Citigroup e Karen Lynch di Cvs Health. Ma compaiono anche giuriste come l'avvocata ucraina Oleksandra Matviichukla, a capo dell'organizzazione per i diritti civili “Center for civil liberties” premiata con il Nobel per la pace, e Ketanji Brown Jackson, la prima giudice nera della Corte Suprema statunitense nei suoi oltre 230 anni di storia.

Nella stessa categoria le prime ministre della Finlandia, Sanna Marin, e delle Barbados, Mia Mottley, la vicepresidente della Colombia Francia Elena Márquez Mina, la ministra pakistana del Cambiamento climatico, Sherry Rehman.

Nella categoria “heroes” figurano eccellenze dello sport come la tennista Serena Williams, e Sarina Wiegman, allenatrice della squadra femminile inglese di calcio. Manager visionarie come la gallese Amanda Blanc, Ceo di Aviva. “Raccontatrici di verità scomode”, quelle che hanno osato squarciare il velo dell'omertà, come Jamie Fiore Higgins, ex senior banker di Goldman Sachs che ha denunciato razzismo e sessismo di Wall Street nel memoir “Bully Market”, e Rina Gonoi, l'ex soldatessa che raccontò gli abusi sessuali nelle Forze di autodifesa giapponesi.

Tra le eroine sono annoverate le donne iraniane, che dopo l'uccisione di Mahsa Amini lottano da settimane contro il regime teocratico guidato da Ali Khamenei. Scrive il volto storico della Cnn Christiane Amanpour: “Non si sa mai dove porteranno le rivolte in uno Stato autoritario. Ma il premio Nobel iraniano Shirin Ebadi mi ha detto che la democrazia arriverà in Iran attraverso i cancelli che queste donne hanno aperto. L’unica domanda è quando”.

Eroine come anche Rebecca Gomperts, dottoressa che si è battuta per il diritto all'aborto sicuro, Paula Kahumbu, attivista keniota per la difesa della fauna selvatica, e MacKenzie Scott, la filantropa ex moglie di Jeff Bezos che dal 2019 ha donato oltre 12 miliardi di dollari a oltre 1.200 organizzazioni, piccole e grandi.

Tra le creative c'è Meghan Markle

Nella categoria “creators” compare Meghan Markle, la duchessa di Sussex che ha dato voce alle donne nel podcast Archetypes e sfidato i codici rigidi della monarchia inglese. Accanto a lei ci sono l'attrice Michelle Yeoh, la ex Bond girl che Jamie Lee Curtis definisce una “supereroina nella vita reale”, la regista e animatrice Domee Shi, alla Pixar dal 2011.

Non solo. Ci sono anche le scrittrici Annie Ernaux, Nobel per la letteratura nel 2022, e Tsitsi Dangarembga, la musicista Billi Eilish e Anne Imhof, la dea tedesca della performance.