Economia
Confartigianato, l'intelligenza artificiale minaccia 8,4 milioni di lavoratori
A rischio un posto di lavoro su tre, in particolare per la categoria dei "colletti bianchi" nell'area del Centro-Nord. Al sicuro il sapere artigiano italiano
Confartigianato mette in guardia sull'intelligenza artificiale: "A rischio 8,4 milioni di lavoratori"
Il posto di lavoro di oltre un italiano su tre è a rischio per effetto della diffusione dell'intelligenza artificiale (IA), superando quota 8,4 milioni. Lo rileva il rapporto di Confartigianato sul grado di esposizione del mercato del lavoro alle trasformazioni tecnologiche e ai processi di automazione.
Le professioni più esposte
La percentuale italiana (36,2%) di lavoratori maggiormente esposti all’IA risulta però inferiore di 3,3 punti rispetto alla media europea (39,5%) e per giunta si distacca di quasi 7 punti dalla Germania (43%) e di oltre 23,2 punti dal Lussemburgo. Numeri che si possono comprendere meglio considerando che, come spiega Confartigianato, le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate dal punto di vista intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell'informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell'amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. In altre parole, a farne le spese dovrebbero essere i cosiddetti "colletti bianchi".
Al contrario, le professioni meno esposte coinvolgono attività manuali non standardizzate, compreso "il sapere artigiano italiano che nessun robot o algoritmo possono copiare o simulare l’anima dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy". Lo ha evidenziato il presidente di Confartigianato, Marco Granelli. Per questo l’IA "non va temuta, ma governata dall'intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori".