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Economia

di Andrea Deugeni
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L'Emilia-Romagna, per il peso produttivo ed economico che esprime e per le caratteristiche del proprio sistema industriale, leader nella manifattura, nell'export e nell'innovazione, ha tutti i titoli per esprimerela candidatura di un imprenditore alla responsabilità della guida di Confindustria, con il sostegno auspicabilmente unitario ditutto il Sistema associativo dell'Emilia-Romagna. E' quanto si legge in un comunicato diffuso dall'associazione nel quale vieneindicato che "il nuovo statuto di Confindustria definisce precise regole e tempi per l'elezione del nuovo presidente nazionale. Queste regole hanno la finalità di assicurare un processo democratico, trasparente e partecipato per costruire il consenso più ampio intorno alla candidatura che raccolga la maggiore convergenza su obiettivi e programmi capaci di rafforzare ruolo e sviluppo dell'industria italiana. "In questo contesto le candidature saranno presentate dopo l'insediamento della Commissione di designazione, previsto il 28 gennaio, e sino al termine del 18 febbraio. Le dichiarazioni emerse sino ad oggi vanno quindi considerate quali disponibilità a candidarsi e dovranno essere adeguatamente formalizzate". "Oltre alle  dichiarazioni emerse sinora - conclude il comunicato- potranno quindi emergere ulteriori candidature: è sul complesso delle candidature ufficiali che il sistema associativo e gli Imprenditori italiani saranno chiamati ad un'ampia consultazione e ad esprimere le proprie preferenze ai saggi".

L'Emilia si scatena nella corsa alla successione a Giorgio Squinzi. Il tentativo della nota (vedi box) di Confindustria Emilia Romagna di riparare all'inciampo di Alberto Vacchi (autocandidatura del presidente di Unindustria Bologna espressa ben prima della nomina dei saggi che anche qualora dovesse essere ammessa dai "notai" dell'associazione dell'Aquilotto alla gara finale parte ormai "incerottata"), ha innescato la corsa di altri imprenditori emiliani a ereditare il trono di Mr Mapei.

Nell'incontro riservato di ieri pomeriggio rivelato da Affaritaliani.it e tenutosi prima della Giunta della Regionale di Viale dell'Astronomia, Vacchi voleva che ci fosse un endorsement dell'associazione di appartenenza, uscita che avrebbe infranto però il regolamento di Confindustria. 

Fattogli notare questo, allora il presidente di Unindustria Bologna ha chiesto almeno l'appoggio verbale. Arriverà? Per il momento tutto tace e il movimentismo di Vacchi ha avuto invece l'effetto contrario di aver messo la benzina sul fuoco delle aspirazioni personali degli altri candidati emiliano-romagnoli.

Quali sono? Naturalmente il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi, invitato dal proprio consiglio generale a scendere in campo, invito che diligentemente Storchi raccoglierà fra il 28 gennaio e metà febbraio, le due settimane utili (sempre da nuovo statuto nell'era della riforma Pesenti) per prendere carta e penna e comunicare ai saggi di Viale dell'Astronomia la propria volontà di candidarsi. 

Poi, c'è il vicepresidente di Confindustria Gaetano Maccaferri, il nuovo candidato di Luca Cordero di Montezemolo, socio in affari con il past president in Sigaro Toscano e che di Vacchi lamenta l'"inadeguatezza".

Maccaferri pare sia già andato a bussare a Palazzo Chigi per proporsi al giglio magico renziano. Oltre che da Antonella Mansi, il vice di Squinzi pare sia ben visto anche dall'attuale direttore generale di Confindustria Marcella Panucci. 

Altri candidati, si vocifera ancora, potrebbero essere Luisa Ferrarini, anche lei attuale vicepresidente di Mr Mapei che vanta buoni agganci nel settore dell'alimentare (industria primaria in Emilia Romagna) e Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna e imprenditore "re della logistica" che è di casa a Bologna dove vive anche il principale entourage di Vacchi. 

A queste possibili candidature potrebbe aggiungersi, sempre secondo i rumors, anche quella di Maurizio Marchesini, il presidente di Confindustria Emilia-Romagna che da sempre aspira a una vicepresidenza nella confederazione degli imprenditori (da quest'anno sono state dimezzate a sei, con poteri, quindi, più ampi). Insomma, nella regione si prospetta una lotta fra oligarchie industriali, gara che mai come questa tornata ha reso la corsa alla presidenza di Confindustria particolarmente accesa.

Anche stavolta il bacio della morte di Montezemolo, scherza chi segue da vicino le vicende di Viale dell'Astronomia, ha mietuto un'altra vittima: dopo quello dato a Moltrasio e ad Alberto Bombassei nelle precedenti tornate elettorali, ora è toccato a Vacchi.  

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confindustriaemilia-romagna





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