Economia
Confindustria, dopo Vacchi c'è Bonometti. Lombardia a rischio spaccatura
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
L'appuntamento, con un probabile colpo di scena, è per stasera a cena al ristorante Orti di Leonardo, a Milano in corso Magenta. Luogo d'incontro tenuto riservato fino a questa mattina. In vista dell'apertura dei giochi per la presidenza della Confindustria, il numero uno degli industriali lombardi Alberto Ribolla e il leader di Assolombarda Gianfelice Rocca avevano convocato i presidenti delle associazioni territoriali della Regione per raccogliene le adesioni e formalizzare l'appoggio della Lombardia alla candidatura di Alberto Vacchi. Un appoggio che, forte dell'asse fra Rocca e il past president Luca Cordero di Montezemolo (che della candidatura e del piano del collega bolognese è il vero artefice), avrebbe dovuto fruttargli, nello spoil system confindustriale, una vicepresidenza all'interno della prossima squadra di Vacchi. Un piano che, però, potrebbe stasera fare i conti con la discesa in campo del presidente di Unindustria Brescia Marco Bonometti, vulcanico imprenditore appartenente sempre al settore metalmeccanico che negli scorsi mesi non aveva nascosto di stare facendo un pensierino al dopo-Squinzi.
La decisione di Bonometti di sciogliere le proprie riserve che, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbe esser dunque annunciata proprio stasera davanti ai commensali, rovinando così i piani di Ribolla, Rocca, Montezemolo e Vacchi, sarebbe maturata ieri nel tardo pomeriggio. Come mai questa accelerazione da parte del numero uno degli imprenditori della Leonessa, che avrebbe al contrario (di Vacchi) voluto rispettare la liturgia e il galateo confindustriale, regole che prevedono che le candidature debbano essere inviate ai saggi entro due settimane dal loro insediamento?
Uscendo allo scoperto e infrangendo le norme del nuovo statuto, a Bonometti non sarebbe andata giù la mossa del presidente di Unindustria Bologna che, con la nota di ieri pomeriggio, ha voluto di fatto stoppare il disturbo di possibili altre candidature emiliane che sarebbero andate a suo disturbo. Infastidito da questa mancanza di stile e, soprattutto, dopo aver visto il profluvio di agenzie di stampa con il plauso alla candidatura Vacchi da parte della Fiom e della Cgil, l'industriale bresciano sarebbe sbottato, decidendo di candidarsi, forte di un pacchetto di voti in suo favore. Cosa che invece non ha fatto il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi.
Invitato sempre ieri dagli organi direttivi della sua federazione a scendere in campo proprio in contrapposizione a Vacchi, il numero uno degli imprenditori metalmeccanici, emiliano pure lui di Reggio, ha infatti deciso di rispettare i tempi dello statuto che prevede che una, volta eletti i saggi (il 28 gennaio), debbano trascorrere due settimane per l'invio delle candidature. Mentre le associazioni regionali si riuniscono per aprire il file presidenza di Confindustria, un certo savoir faire nell'associazione dell'Aquilotto è d'obbligo.
La decisione di Bonometti sarebbe esplosiva, perché di fatto indebolirebbe la Lombardia, isolando dal resto della Regione Assolombarda, Bergamo e Varese. Regione che propriamente pro-Vacchi non è.