Economia

Coronavirus, la Cina taglia i tassi. Honda-Toyota riaprono gli impianti

Andrea Deugeni

Honda ha addirittura stimato la riapertura dell'impianto di Wuhan, focolaio del coronavirus, il prossimo 21 febbraio

I mercati avevano ragione. Il paracadute delle banche centrali (specialmente quello degli istituti che hanno spazio per attivarsi) è lì sempre pronto ad intervenire a sostegno dell’economia reale. E così, mentre le vittime del coronavirus salgono a 1.770 e Pechino si prepara anche a mettere al bando il consumo di animali selvatici per contenere la diffusione dell’epidemia, la Banca centrale cinese corre ancora in aiuto dell’economia per fronteggiare il rallentamento in atto della congiuntura. Frenata della crescita che verrà certificata fra due mesi circa con il dato sul primo trimestre, ma che secondo alcuni centri studi a fine anno potrebbe costare anche un punto percentuale di Pil. 

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La People’s Bank of China (PBOC) ha effettuato stamani una manovra di politica monetaria espansiva tagliando i tassi sui finanziamenti di medio termine a un anno (Mlf rate) dal 3,25% al 3,15%. Saggi che possono influenzare i tassi di riferimento cinesi, il loan prime rate (Lpr), con la conseguenza che le banche potrebbero ridurre anche quest'ultimo tasso di riferimento principale.

C’è di più. Sulla scia di quanto fatto le settimane scorse, mentre la curva dei casi da coronavirus iniziava ad impennarsi costringendo le fabbriche a tenere le serrande abbassate dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, la banca centrale ha anche pompato altro denaro nell’economia del Dragone, un'iniezione di liquidità da 200 miliardi di yuan attraverso questo finanziamento a un anno che si aggiunge ad altri 100 miliardi iniettati nel sistema finanziario attraverso un pronti contro termine inverso realizzato ad un tasso, invariato, del 2,4%. Misure che hanno immediatamente galvanizzato gli investitori sulle principali piazze azionarie cinesi dove si registra anche maggiore fiducia sull'azione di contenimento del coronavirus da parte delle autorità.

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A Shanghai l'indice composito ha chiuso a 2.983 punti in rialzo del 2,28% mentre a Shenzhen l'indice composito ha guadagnato il 2,25% a 4.077 punti con il miglior progresso giornaliero da due settimane. Giornata positiva anche ad Hong Kong, che, senza strafare, ha raggiunto i massimi da quattro settimane, con l'indice Hang Seng a 27.959 punti in rialzo dello 0,52%. 

Secondo diversi analisti finanziari pertanto, un tasso di interesse sui finanziamenti a medio termine più basso potrebbe indurre le banche a ridurre i tassi sui prestiti. Secondo Wen Bin, analista di Minsheng Bank, la sforbiciata è in linea alle attese e comporterà un'analoga riduzione del tasso di prestito di riferimento in Cina. Per l'esperto inoltre la People Bank of China ha ulteriore spazio per tagliare i tassi di interesse di riferimento e per aumentare la liquidità nel sistema finanziario riducendo i coefficienti di riserva obbligatoria delle banche quando l'inflazione del Paese asiatico si stabilizzerà. Dopo lo scoppio del coronavirus, infatti, oltre a una contrazione dell’attività economica, si è registrata anche un’impennata dei prezzi al consumo.

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People's Bank of China

Il taglio del tasso di interesse sulle operazioni di medio termine Mlf da parte della PBoC "non basterà" a innescare un'accelerazione della crescita del credito in un contesto difficile dovuto all'impatto negativo dell'epidemia di coronavirus, affermano invece gli analisti di Capital Economics. 

Gli esperti pertanto si aspettano ulteriori riduzioni di 40 punti base del tasso Mlf nei prossimi mesi e una minore stretta da parte di Pechino sulle banche, per favorire un aumento del credito verso le piccole imprese del Dragone. Nel frattempo gli investimenti diretti esteri in Cina si sono attestati a 12,68 miliardi di dollari a gennaio, con un incremento del 2,2% a livello annuale.

Un buon segno per la congiuntura, come anche la riattivazione di parte degli impianti da parte di quelle case automobilistiche che avevano stoppato da settimane la produzione specialmente nel distretto dell’automotive nella zona di Wuhan (dove gli stabilimenti rimangono ancora chiusi), epicentro dello scoppio dell’epidemia, prolungando la serrata dovuta al capodanno cinese.

Il primo gruppo mondiale delle quattro ruote Toyota ha parzialmente ripreso la produzione negli impianti di Guangzhou e Changchun, dove opera assieme ai partner locali, Guangzhou Automobile Group e FAW e martedì, anche la fabbrica di Toyota di Tianjin dovrebbe riavviare parzialmente le attività. Anche Honda ha fatto ripartire la produzione nei suoi stabilimenti di Guangzhou. La casa automobilistica ha addirittura stimato la riapertura dell'impianto di Wuhan, focolaio del coronavirus, il prossimo 21 febbraio. La produzione di auto è programmata per la settimana a partire dal 24 febbraio.

@andreadeugeni