Economia

Crescita confermata a +0,9 nel 2018. Ma il rapporto debito/Pil sale al 132,2%

Istat ha rivisto al rialzo le stime del Pil 2017 portandole da +1,6% a +1,7%. Confermata a +0,9% invece la crescita del 2018. La revisione di oggi e' dovuta all'ampliamento del perimetro della Pa che include oggi diversi enti in piu', da Rfi a Invitalia. Nel dettaglio, la revisione ha incluso nel perimetro Pa: Rfi, Ferrovie Nord, Invitalia, Cassa del Trentino, Finanziaria per lo sviluppo della Lombardia, Finanziaria regionale abruzzese, Finpiemonte, Finanziaria regionale Valle d'Aosta, Acquirente Unico e Ricerca sul sistema energetico. "Unita' istituzionali - spiega Istat - che per loro natura producono un impatto significativo su diversi aggregati economici, tra cui il valore aggiunto”.

La riclassificazione deriva da un'analisi effettuata da Istat in accordo con Eurostat in base ai criteri del Sec 2010: "Seppure la decisione relativa al cambiamento di classificazione fosse condivisa, la tempistica di implementazione e' stata definita irrevocabilmente da Eurostat solo nella fase finale di preparazione (ultimi giorni dello scorso marzo) della Notifica sull'indebitamento alla Commissione europea. Data la complessita' della revisione, l'operazione e' stata condotta solo per i due anni piu' recenti, mentre quelli precedenti verranno ricostruiti in occasione della revisione straordinaria dei Conti nazionali prevista per gran parte dei paesi europei, i cui risultati verranno diffusi il prossimo 23 settembre", chiarisce Istat. 

Così, riguardo ai conti delle Pa le modifiche del perimetro del settore danno luogo a una lievissima riduzione del livello dell'indebitamento netto che in termini di rapporto con il Pil, resta invariato rispetto alle stime precedenti (2,4% nel 2017 e 2,1% nel 2018). 

Anche la Banca d’Italia, a seguito della modifica del perimetro della pubblica amministrazione, ha aggiornato, con una revisione al rialzo, le stime sul rapporto debito/Pil nel 2018 portandole al 132,2% (132,1% la precedente stima dell'Istat). Si tratta di un deciso aumento rispetto al 131,4% del 2017 (dato anche in questo caso rivisto al rialzo di un decimo di punto).