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Crollo delle Borse, l'Intelligenza artificiale sul banco degli imputati. Ma non c'entra nulla
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Crollo delle Borse, l'Intelligenza artificiale sul banco degli imputati. Ma non c'entra nulla

Lunedì 5 agosto è stato un giorno fortemente negativo per diverse borse mondiali. Una sorta di nuovo “Black Monday” ha colpito portando con sé un panico eccessivo. Sul banco degli imputati è finita l’intelligenza artificiale. Ma quanto effettivamente c’entra l’Ia con questo crollo delle Borse? Secondo l'analista finanziario Fabrizio Barini,  Senior banker di Integrae Sim, "poco o nulla". C'entrano semmai di più gli effetti della politica monetaria restrittiva di Jerome Powell, presidente della riserva federale degli Stati Uniti d'America. Ma se si guarda all'andamento di Wall Street negli ultimi venti anni, "il movimento di quest’ultimo mese non lo si vede neanche. Non si percepisce. È un puntino rosso in fondo ad un grafico che sale e basta". L'intervista.

La “grande scommessa” dell’Intelligenza artificiale

Con questo “Black Monday”, l’intelligenza artificiale c'entra “poco o nulla”. Parola di Fabrizio Barini, analista di mercato e senior banker di Integrae Sim. “L’intelligenza artificiale è una tecnologia che dovrebbe portare ad un salto in avanti significativo dal punto di vista della produttività del lavoro e in generale dei processi produttivi, commerciali e dei servizi”, spiega. “Questa è una grande scommessa che hanno fatto gli investitori. I quali hanno investito massicciamente nelle società che più si sono portate avanti nello sviluppo di tecnologie con queste caratteristiche. Sappiamo che l’unico modo per far crescere il benessere parallelamente con l’economia è  far aumentare la produttività. Ovvero produrre di più a parità di utilizzo di risorse e unità di lavoro”. E l’intelligenza artificiale si muove proprio in questa direzione.

Non è un caso infatti che le due aziende che hanno abbracciato per prime questo percorso dal punto di vista dell’hardware e del software, ovvero Nvidia e Microsoft, abbiano “raggiunto i loro picchi di tutti i tempi quest’anno”. Quello a cui si sta assistendo è una polarizzazione verso un numero esiguo di titoli, i cosiddetti “Magnifici 7”. Altri però sono rimasti indietro. “Pensiamo a Tesla o Netflix. Ma l’intelligenza artificiale c’entra poco”, aggiunge Barini.

L'IA non ha  dimostrato il suo valore in termine di produttività. Per adesso...

Ngli ultimi anni quello che si è visto sono gli indici tecnologici ai massimi storici. Su quegli indici hanno influito i movimenti di pochi titoli che sono stati guidati a loro volta dalle aspettative di crescita di questa tecnologia. “Non si sono ancora viste delle adozioni a livello commerciale significative dell’Intelligenza artificiale, a parte l’utilizzo gratuito di Chat Gpt. Non è stata ancora dimostrata la capacità di fare questo salto in avanti significativo dal punto di vista della produttività. Un po’ come è avvenuto nel passaggio da un’economia di tipo tradizionale a quella industriale”. È quindi proprio l’attesa che arrivino segnali concreti che ha portato il mercato ad iniziare a guardare con maggior attenzione ad altri parametri. “Che sono quelli che riguardano lo stato di salute dell’economia in generale, che la scorsa settimana hanno dato segnali di cedimento". Riferimento in particolare "all’occupazione statunitense, che ha sorpreso negativamente a ribasso”. Ma questo non è altro che “l’effetto di un’azione che la Fed sta portando avanti da diverso tempo. Ovvero mantenere i tassi più alti più a lunghi”, prosegue Barini.

Le iniziative della FED e i tassi mantenuti alti

E questo è proprio quello che ha detto Jerome Powell in occasione del Simposio di Jackson Hole che si tiene una volta all’anno. “Questo non ha spaventato gli investitori perché nel frattempo c’era ancora un’onda lunga degli effetti post pandemia. Con le aziende che continuavano a macinare profitto. Ed in più rimaneva viva questa grande aspettativa verso la rivoluzione dell’intelligenza artificiale”. A distanza di un anno però le aspettative non si sono concretizzate. “Quello che si è concretizzato - aggiunge Barini - è che tenere i tassi più alti e più a lungo effettivamente ha raffreddato l’economia”. E questo altro non era che l’obiettivo di Powell. Il problema è che prima che si siano potuto vedere i benefici dell’intelligenza artificiale, si sono visti gli effetti della politica monetaria restrittiva di Powell che ha fatto pensare erroneamente agli investitori che i profitti dell’intelligenza artificiale possano non arrivare, a differenza di quelli della crisi economica. Tutto questo ha creato un circolo vizioso. “Sono quindi andati fuori dalle azioni, in particolare di quei titoli che sono saliti grazie all’intelligenza artificiale, per andare su delle asset class molto meno rischiose, come l’obbligazionario. Che oggi offrono rendimenti reali altissimi”.

Le incertezze del mercato statunitense

“Basta pensare che la curva dei tassi americana oggi è inclinata dall’alto verso il basso. In un’economia sana questa retta è inclinata all’opposto. I tassi a breve termine sono bassi e i tassi a lungo termine sono alti”, ha proseguito Barini. Questo quindi porta a guadagni facili “perché si è toccato i massimi di tutti i tempi a giugno per investire in Titoli di Stato americani a un mese al 5%, quando l’inflazione degli Stati Uniti è sotto il 3%”. Una semplice azione di guadagno per battere l’inflazione. Ed è quello che sta avvenendo secondo l’analista di mercato.

Un altro motivo di incertezza è ovviamente dato alle elezioni presidenziali statunitensi a seguito del ritiro di Joe Biden. “L’investitore pensa che possa ricominciare una crisi economica e che i profitti non stiano salendo grazie all’intelligenza artificiale”. In attesa delle elezioni l’investitore è stimolato a investire su assett class meno rischiose. “E' questo che sta succedendo. Nessun panico, nessuna fine del mondo. È semplicemente un modo intelligente di spostare il denaro da un posto all’altro”.

L'IA non è un bluff: “Semplicemente i tempi sono più lunghi"

Nessuna bolla e nessun bluff, dunque. L’intelligenza artificiale non è niente di tutto questo secondo Barini. “Semplicemente i tempi di adozione e di dimostrazione che questa tecnologia sia veramente la nuova rivelazione industriale sono più lunghi delle attese. Se fossimo stati nella situazione di una economia che va a cannone, tutti sarebbero stati disposti ad aspettare questi profitti”. Ma così non è.  “Non è scoppiata nessuna bolla - ribadisce l'analista -. Semplicemente le aspettative stanno frenando perché c’è una contingenza che spinge gli investitori che continuano ad avere le aspettative di un grande beneficio e potenzialità, ma nel breve è molto più intelligente parcheggiare i soldi”.

"Panico eccessivo, la Borsa statunitense cresce ininterrottamente da venti anni"

Abbiamo dunque assistito a manifestazioni eccessive di panico. “Quello che mi stupisce è aver ricevuto messaggi da Bloomberg che si è lasciata andare nel riportare qualche commento di trader di sale operative che parlavano di scene mai viste prima. Questo è eccessivo. Mandare questi messaggi terrorizzanti alle persone è assolutamente eccessivo”, ha dichiarato Barini. “Tanto è vero che oggi gli indici delle borse mondiali stanno facendo +1,5%”.


Se si vedono le performance di questi indici in un termine più lungo, si ha un quadro complessivo migliore. “Nasdaq ha perso il 3%, in un mese ha perso l’11% ma da inizio anno fa +7%”. E non solo. “Il future Nasdaq in un anno fa il 18%. In un anno l’inflazione americana ha fatto il 3%. Chi ha i soldi in Borsa e li ha tenuti un anno sta guadagnando il 18% nonostante quello che dicono stia succedendo in questi due giorni”. Questa è la dimostrazione di un panico eccessivo. “Se si prende il grafico della Borsa americana degli ultimi vent’anni, il movimento di quest’ultimo mese non lo si vede neanche. Non si percepisce. È un puntino rosso in fondo ad un grafico che sale e basta”.

 






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