Economia

Da Rapallo, Boccia: “Non ci faremo mettere all’angolo da eventuale infrazione”

Casali Valentina

Nel 2° giorno di Confindustria Giovani ospite la politica. Centrale il dibattito su minibot e procedura d’infrazione. Invito di Boccia a essere europeisti

La seconda giornata di Confindustria Giovani si apre con le stime dimezzate di Bankitalia alla crescita economica e con il dibattito sui minibot, bocciati già ieri dai giovani imprenditori e dal presidente Rossi. Dal palco di Rapallo Boccia ha ricordato che prioritario è ridurre il debito e ha invitato industria e politica a non farsi mettere in un angolo dalla possibile infrazione chiedendo di essere europeisti dei fatti.

“Condividiamo le parole ottimiste della relazione del Presidente dei Giovani Alessio Rossi”, ha aperto il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. “C’è un punto in cui i giovani imprenditori hanno vinto perché oggi siedono nei ruoli chiave dell’industria italiana. La sfida per il Paese consiste nel trovare posto tra una Cina che ha deciso di diventare il più grande esportatore al mondo - e che investe su infrastrutture per arrivare in Europa attraverso la via della seta - e un sistema come quello degli Usa che cerca di difendere la propria industria. La sfida quindi non è interna all’Europa, ma all’esterno. Certo, l’Europa va riformata, ma non nella direzione che dà spazio a frammentazioni. Anzi, in momenti delicati, ci si compatta, non ci si divide. Da soli non ce la faremo. Vale per le imprese, vale per i Governi”. È dunque una ricetta che punta a obiettivi di lungo periodo e a un’alleanza tra Paesi quella di Boccia per l'Italia.

Quanto ai minibot: “Dobbiamo distinguere gli strumenti della finanza dai fondamentali del paese. I minibot sono uno strumento che non va nella giusta direzione perché incrementa il debito pubblico in un momento in cui dobbiamo occuparci alla svelta di tre cose: ridurre il debito, ridurre il deficit e incrementare la crescita. Individuare strumenti per finanziare il debito è una soluzione interessante, ma non incide sui fondamentali del debito pubblico italiano”. “L’Italia è la seconda manifattura d’Europa e in quanto tale non dovrebbe farsi mettere all’angolo da una procedura d’infrazione che significa rientro forzato dal debito e blocco dei fondi di coesione. C’è un altro aspetto, tattico e strategico insieme, che va considerato nell’interesse dell’Italia. Nelle prossime settimane si dibatterà su chi saranno i prossimi commissari in Europa: noi non vorremmo che per qualche decimale di flessibilità o con la scusa dell’infrazione l’Italia non abbia diritto a un commissario di alto rango al commercio, alla concorrenza e all’industria. Se vogliamo essere protagonisti di una stagione riformista europea dobbiamo essere consci delle priorità: in questo momento avere un commissario di alto livello in Europa lo è. Terzo aspetto tutt’altro che marginale è il futuro della BCE dopo Draghi. Evitiamo pertanto di prolungare il dibattito sulla procedura di infrazione per continuare a ragionare su questi temi senza rimanere isolati”.

Sul trasferimento della sede legale di Mediaset all’estero, Boccia ha aggiunto: “Non è dovuto a mancanza di fiducia da parte dei nostri imprenditori, ma a un tema di governance”. Proseguendo sul mancato accordo FCA-Renault, Boccia: “Quando gli stati sono troppo invasivi le strategie delle aziende arretrano. La Fiat ha fatto un’operazione di grande dignità in rapporto alla politica, sarebbe stata una grande occasione, sarebbe nato il più grande gigante dell’auto. Non so se ci sono elementi per riaprire la trattativa, ma prendo atto del fatto che si tratta di un segnale di europeismo esemplare e pratico. Abbiamo bisogno di giganti europei”. “Sulle grandi opere”, ha concluso Boccia, “siamo sempre poco tranquilli e molto ottimisti, con un’attenzione forte all’orizzonte temporale che deve essere breve. Ci sono risorse, come ha ricordato il Presidente dell’Anas, ma vanno messe a terra alla svelta, con apertura immediata dei cantieri”.

A proposito di cantieri e di Europa, il Presidente di Fincantieri Giampiero Massolo ad Affaritaliani.it ha commentato: “Il nostro lavoro si giova delle connessioni e del rapporto con le aziende di altri paesi. Questo vale all’interno dell’Europa, dove siamo impegnati con i nostri partner francesi di Naval Group a creare un imponente polo europeo di cantieristica civile-militare, ma vale anche per le nostre collaborazioni in più di 20 paesi extraeuropei con l’impego di 20mila persone. Tutto questo non sarebbe possibile senza essere connessi. Mi auguro che il nostro Paese possa passare dalla cultura del dubbio alla cultura del sì per creare le condizioni affinché gli investimenti infrastrutturali vengano fatti, e soprattutto vengano fatti rapidamente”.

Italia-Europa: scontro o confronto a difesa degli interessi nazionali?

“L’Italia ha interesse ad avere innanzitutto un commissario in materie economiche, non filosofiche”, ha dichiarato dal palco dei giovani industriali il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti. “I ruoli chiave che vorrei per l’Italia sono quello di commissario alla concorrenza e all’industria. L’Italia è un grande paese, evitiamo pertanto di piangerci addosso. Siamo oggettivamente in difetto sul tema del debito. Non dobbiamo avere uno scontro con l’Europa, ma portare lo scontro all’interno dell’Europa per difendere i nostri interessi. Francesi e tedeschi, quando devono difendere i propri interessi, sono capaci di portare lo scontro in Europa, dobbiamo essere capaci di fare altrettanto con un atteggiamento non remissivo e consapevole dei nostri punti di forza. Minibot non sono l’anticamera dell’uscita dall’Europa o dall’euro, ma un tentativo di risolvere il debito della PA con le imprese. In Europa nessuno pensa che lo stato possa avere debito con le imprese perché quando hanno fatto le regole non hanno considerato questa eventualità. La credibilità di un debito nasce dalla capacità di produrre reddito e rimborsare capitali. La vera risposta al problema del debito è dunque la capacità di incentivare la crescita. L’esperienza degli ultimi 10 anni ha dimostrato che la politica dell’austerità non è sufficiente a sviluppare le condizioni per produrre reddito e crescita”.

Sul ruolo della Lega in Europa, dal momento che la proposta sovranista ha vinto in Italia, ma a decidere i commissari sarà una maggioranza che nulla ha a che vedere con i sovranisti, Giorgetti ha dichiarato: “Chi fa opposizione ha un ruolo importante per correggere chi governa. Porteremo un contributo di idee che spero chi governerà il futuro dell’Europa cercherà di ascoltare. Quello che è successo in Europa negli ultimi 10 anni è nefasto per l’Europa stessa e mi auguro non si continui in quella direzione”. Circa i dazi: “Non sono a favore, ma non accetto nemmeno un’organizzazione mondiale del commercio in cui qualcuno può fregarsene delle regole. Vale lo stesso all’interno dell’Ue. Chiedono a noi di rispettare delle condizioni che altri non rispettano”. “Le decisioni prese sul sistema bancario, per esempio, ci hanno danneggiato. Le nostre banche sono state vittime della crisi, non carnefici”.

A valle dell’intervento di Giorgetti, ad Affaritaliani.it Boccia ha ribadito la posizione di Confindustria sul Governo: “Noi siamo per il confronto, che arrivi però a fini condivisi. Lo abbiamo definito già in occasione della nostra assemblea pubblica. Va chiarito, insomma, quale paese vogliamo essere nei prossimi anni, partendo dalla centralità del lavoro e dell’occupazione. La manovra finanziaria dell’autunno non è facile, occorrerà fare ricorso alle risorse, che sono poche, e agli effetti che si vogliono ottenere sull’economia reale. Quota100 e Reddito di cittadinanza abbiamo già chiarito che concorrono al deficit; abbiamo apprezzato i primi passi sul decreto crescita e lo sblocca cantieri ma non basta: serve dare centralità alla crescita”.

CDP: Connettere impresa, finanza e PA

Tema delle connessioni centrale anche per CDP: “L’obiettivo che ci siamo dati con il Piano di industriale è abilitare le connessioni, a partire da quella tra finanza e impresa, risparmio e industria”, ha detto Fabrizio Palermo, AD di Cassa Depositi e Prestiti, ad Affaritaliani.it. “Questo per sostenere l’internazionalizzazione e la crescita delle imprese, garantendo loro un accesso migliore al credito. Puntiamo sulle filiere come modello di interconnessione tra aziende per mettere a fattor comune le risorse”. “Il mondo delle reti è un fattore abilitante”, ha proseguito Palermo. “Per esempio la collaborazione tra Terna, Italgas e Snam sarà cruciale per gli investimenti nei prossimi anni e consentirà di creare un ecosistema di sviluppo”. Interrogato sull’esistenza o meno di una visione europea di progetto per lo sviluppo industriale, Palermo ha risposto: “Se non si ha una visione di lungo periodo, a 15-20 anni, che tenga conto dei diversi Paesi europei non ci può essere aumento del Pil. Le opportunità di sviluppo per le imprese italiane sono spesso sono fuori dall’Italia. Si rende dunque necessario prestare attenzione alle dinamiche strategiche a livello europeo e globale”. Ai microfoni di Affaritaliani.it Palermo ha poi aggiunto: “Abbiamo creato “Officine per l’Italia”, un gruppo per connettere le imprese e la finanza che riunisce aziende grandi, medie e piccole. Siamo anche vicini al mondo delle pubbliche amministrazioni perché i progetti infrastrutturali, per essere efficaci, hanno bisogno dell’apporto di tutti i soggetti, pubblici e privati. In ambito finanziario abbiamo lanciato una nuova immissione per raccogliere risorse, a testimonianza della nostra fiducia nel Paese”.

Far ripartire gli investimenti con il sostegno dell'Europa: e il debito?

“Dobbiamo combattere in Europa per tutelare fino in fondo gli interessi dell’Italia”, ha sostenuto ad Affaritaliani.it il Presidente della Campania Vincenzo De Luca. “Abbiamo visto, dalla vicenda Fiat, come la Francia difenda con i denti le proprie posizioni, sbagliando. Difenderci non vuol dire isolarci, ma essere più presenti, stringere alleanze. Da soli non riusciremo a cambiare le decisioni su nessuna delle questioni fondamentali, ossia sugli obiettivi di sviluppo e crescita dell’occupazione. In Europa dobbiamo lavorare per creare opportunità di crescita, per dare lavoro non assistenza”. “L’Italia ha due grandi problemi strutturali rispetto ai paesi concorrenti”, ha proseguito De Luca. “Il primo è che buttiamo via 70 miliardi all’anno per pagare il costo del debito; il secondo è che lavora un 15% di cittadini attivi rispetto alla Germania. Questo vuol dire che abbiamo meno gente a produrre ricchezza e che il costo dei servizi sociali grava su una parte ridotta di cittadini che pagano più tasse. Se ci presentiamo in Europa dicendo che, in queste condizioni, mandiamo in pensione la gente a 60 anni (De Luca si riferisce a Quota100, ndr), non avremo la credibilità per chiedere un cambiamento profondo delle politiche europee. Io credo che se andiamo in Europa dicendo che siamo pronti a risanare i conti ma chiedendo anche, parallelamente, di farci investire in opere pubbliche e servizi per la comunità troveremo le sensibilità necessarie”.

Tra le soluzioni proposte dal Governo per risolvere la disputa con l’Europa anche i minibot. Intervenuto alla manifestazione il Presidente di regione Lombardia Attilio Fontana ha rilasciato ad Affaritaliani.it alcune dichiarazioni in merito: “Sono Stati pensati come risposta per agevolare i pagamenti. Evidentemente Tria e Draghi hanno dato una valutazione negativa e bisogna tenerne conto. Siamo nel momento in cui l’Italia deve fare scelte importanti e decise, non può continuare a traccheggiare. La maggioranza di Governo verrà misurata sulle priorità: far ripartire i grandi investimenti e dare spazio alle grandi riforme istituzionali”.

Investimenti in Italia: da Hitachi fiducia nelle competenze del territorio

Sul tema degli investimenti è intervenuta anche Lorena Dellagiovanna, Country Manager Italy di Hitachi Group con un messaggio ottimista sugli investimenti nel Paese: “Il nostro è un modello che lavora per integrazione tra competenze ingegneristiche giapponesi e competenze locali dei Paesi in cui siamo presenti”. “Quelle italiane sono per noi fondamentali”, ha commentato ad Affaritaliani.it “perché l’Italia ha un’industria specializzata e un settore manifatturiero diversificato: condizioni ideali per Hitachi. Oggi non è possibile essere competitivi senza l’evoluzione digitale e perché questa ci sia è necessario investire principalmente sulla fiducia dei consumatori”. “Sulla crescita siamo ottimisti, dobbiamo esserlo”, ha concluso Dellagiovanna.

Rossi a conclusione della due giorni: siamo imprenditori, per natura ottimisti

“Il messaggio di Boccia è stato un invito ai giovani imprenditori a continuare a essere la punta avanzata del sistema”, ha concluso il numero uno dei giovani imprenditori Alessio Rossi ai microfoni di Affaritaliani.it. Sul tema di quest’anno – le connessioni e, dunque, le alleanze – Rossi si è detto “ottimista per definizione, in quanto imprenditore”: “Non possiamo tornare indietro, la nostra economia è già globale e il futuro lo sarà ancora di più”. Per quanto riguarda il rapporto Italia-Europa, Rossi è concorde con Giorgetti sul fatto che sia necessario portare un confronto duro, “ma a patto”, ha ricordato l’industriale, “che l’Italia non si isoli all’interno dell’Unione europea”.