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Economia
Descalzi: “Transizione energetica irreversibile, ma servono capitali privati"
Claudio Descalzi

Energia, Descalzi: “Transizione energetica irreversibile"

“La transizione energetica è irreversibile, indispensabile, sacrosanta, ma se non riusciamo a inserire capitale privato nella transizione e pensiamo di farlo solo con i sussidi, quando ormai il margine fiscale in Europa non c’è creiamo un danno a tutto il sistema economico, che non riesce più neanche a investire". Claudio Descalzi sceglie il salotto di Monica Maggioni, su Rai tre, nella trasmissione “In mezz’ora”, per ricordare che lo Stato da solo non può far fronte alla transizione, ma c’è bisogno anche dell’aiuto e dell’impegno dei privati.

L’amministratore delegato di Eni ha ricordato che la società energetica partecipata dallo Stato "investe massicciamente da tempi lontani, dal 2014" in "biocarburanti per "sostituire il petrolio" rispondendo alle critiche di chi accusa il gruppo di voler ritardare la decarbonizzazione.

"I biocarburanti - rileva - arrivano da prodotti agricoli non in competizione con la filiera agroalimentare e dai rifiuti", vantano "un calo delle emissioni fra il 70 e il 90%" e possono essere usati in motori euro 5 e euro 6. L'ad ha ricordato poi come questo abbia comportato la riconversione di raffinerie, evitandone la chiusura e che il gruppo è anche attivo nella produzione di rinnovabili.

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"Noi dobbiamo controllare le imprese, ma non dobbiamo mettere vincoli come se controllassimo un nemico: le imprese non sono il nemico, creano posti di lavoro, sviluppo e costi inferiori se ci sono sinergie reali", ha scandito Descalzi, parlando dell'Europa nel corso di una lunga intervista. "Dobbiamo alzare la testa e levarci ogni tipo di dogma e ideologia per fare le cose che vanno fatte e aiutare la società", ha aggiunto il top manager. "Dobbiamo arrivare, a livello europeo, ad acquisire il pragmatismo che hanno gli anglosassoni: dare la capacità alle imprese, controllandole, di sviluppare l'attitudine imprenditoriale e attirare capitale privato. Non possiamo pensare di dare sussidi e sussidi" perché, ha concluso Descalzi, "il sussidio atrofizza la capacità imprenditoriale e del lavoro".

Quanto ai costi elevati dell’energia il ceo del Cane a sei zampe ha spiegato che “se avessimo in Italia una maggiore diversificazione potremmo avere costi inferiori" mentre il costo della bolletta energetica è leggermente più alto di altri paese anche perché dentro "oltre al costo della materia prima ci sono gli oneri di sistema che pesano per oltre il 20%, e che hanno dentro per oltre l'80% il costo dei sussidi, oltre a quelli di trasporto e alle tasse". Sul mix energetico, Descalzi ricorda che "altri paesi come la Francia" hanno il "nucleare, mentre noi lavoriamo con gas e rinnovabili".

 






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