Diritti calcio, Mediaset interessata. Perché Premium non è fuori dai giochi
Silvio Berlusconi è tornato ad avere bisogno del peso politico dell’emittente televisiva di famiglia...
di Giulio Mancini
Anche se i soldi a disposizione sono pochi, Mediaset non dovrebbe rinunciare completamente al calcio della Serie A, un po’ per non impoverire troppo l’offerta della sua pay tv, un po’ perché Silvio Berlusconi è tornato ad avere bisogno del peso politico dell’emittente televisiva di famiglia. Secondo fonti di settore, è molto probabile che il primo broadcaster commerciale italiano presenti un’offerta per il pacchetto di 248 partite destinate al digitale terrestre. La Lega chiede come minimo 200 milioni di euro per gli scontri di 8 club: i primi quattro per numero di tifosi, più le quattro neo promosse in Serie A.
Il pacchetto sul digitale terrestre di quest’asta è più povero di quello messo a disposizione nella precedente asta, in quanto tre anni fa ci si prendeva le otto squadre più importanti per numero di tifosi. Mediaset pagò allora 373 milioni di euro a stagione, una cifra che oggi difficilmente sarebbe in grado di mettere sul tavolo: il progetto di far concorrenza a Sky sul calcio ha generato centinaia di milioni di euro di perdite ed un mare di grattacapi.
uecento milioni di euro, anche per una società impegnata in una drastica ristrutturazione, potrebbero essere una cifra abbordabile, sarebbero comunque un risparmio rispetto alla spesa attuale. Per Mediaset Premium, riuscire a offrire le partite di Juventus, Milan, Inter e Napoli, più le quattro neo promosse, sarebbe un modo per non mollare del tutto davanti al potere di Sky, da cui la Lega si aspetta una doppia offerta da 600 milioni di euro totali.
La società della famiglia Murdoch dovrebbe prendersi con ogni probabilità le 248 partite del satellite e per le 324 partite in esclusiva del pacchetto D, quello che non ha vincoli di piattaforma. In questo modo, Sky riuscirebbe a garantire l’attuale livello della sua offerta di calcio italiano, con un piccolo supplemento di spesa: solo 28 milioni di euro in più rispetto alla gara precedente. Mediaset per il momento tace, ma nel corso delle ultime uscite, ha detto in modo netto che la stagione delle follie per il calcio è finita, alle aste per la Serie A e per la Champions League parteciperà badando per prima cosa a non spendere troppo. La Lega Calcio sembra aver pensato ad un modo per permettere a Mediaset Premium di essere ancora della partita, con un pacchetto ridotto che permetterà alla società di risparmiare parecchio.
L’asta permette inoltre le offerte in arrivo da raggruppamenti di aziende, per cui, lascia aperta la via ad una cordata, magari con un operatore della telefonia.
Telecom Italia però, a quanto si sa, non ha alcuna intenzione in questo momento di spendere troppi soldi per il calcio, se non altro perché in Italia, al contrario di quanto avviene in altri paesi dell’Europa, la rete telefonica non sopporta ovunque il carico della televisione su Internet. Poter suddividere la spesa con un altro soggetto, sarebbe l’ideale per Mediaset, in questo modo, con una spesa accettabile, sarebbe in grado di gestire senza stress finanziari, l’uscita dalla pay tv, il sogno di PieSilvio Berlusconi trasformatosi in incubo.
Mediaset Premium, secondo le stime degli analisti, dovrebbe aver perso solo l’anno scorso circa 250 milioni di euro. Risparmiando subito 170 milioni di euro dalla Serie A, la pay tv abbasserebbe di parecchio la base costi, avvicinandosi al pareggio di bilancio. La società mostrerebbe agli investitori di essere sulla via del rilancio e della focalizzazione nel business tradizionale, la televisione generalista che più sta a cuore a Silvio Berlusconi.