Economia

Dogane, Demanio, Entrate: parte il giro di nomine per le Agenzie fiscali

di Marco Scotti

Giorgia Meloni vuole sostituire tutti i potentati con uomini di sua diretta fiducia, in modo da avere una maggiore coesione tra testa politica e apparato

Mineo al posto di Minenna, Ruffini in bilico, Dal Verme in uscita: tutti i nomi per le Agenzie Fiscali

L'intenzione è certa: Fratelli d'Italia vuole rinnovare completamente il sistema di potere in Italia. E, per fare ciò, ha in mente un'unica cura: fare piazza pulita del passato. Tutti via i grandi manager dell'apparato statale, dal Direttore Generale del Tesoro Alessandro Rivera fino ai tre titolari delle quattro Agenzie fiscali (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Entrate-Riscossione, Agenzia del Demanio). Fino alle partecipate (con l'eccezione di Eni). Una rivoluzione completa e totale che si sta vedendo a tutti i livelli, dall'Agenzia del Farmaco al Commissario per la Ricostruzione post-terremoto

L'intenzione di Giorgia Meloni è quello di sostituire tutti i potentati con uomini di sua diretta fiducia, in modo da avere una maggiore coesione tra testa politica e apparato. Però attenzione, perché il rischio di buttare via il bambino con l'acqua sporca è davvero elevato. Prendiamo ad esempio l'Agenzia delle Dogane, una delle quattro che andranno a breve scadenza. Al timone al momento c'è Marcello Minenna, economista pugliese con una solidissima preparazione alle spalle. Per anni ai piani alti della Consob, nel 2015 viene chiamato dall'allora commissario straordinario di Roma Capitale, il prefetto Tronca, per la segreteria tecnica. L'anno dopo Virginia Raggi lo nomina assessore con deleghe al Bilancio, alle Partecipate, al Patrimonio, alle Politiche Abitative e alla Spending Review. Un'esperienza fallimentare che dura meno di due mesi.

Ebbene, dal gennaio 2020 Minenna è a capo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. A nominarlo l'allora governo "giallo-rosso" con Conte premier e l'appoggio del Pd. Ma non si tratta di una nomina meramente politica - anche se l'accusa di essere un "grillino" gli viene spesso mossa - dal momento che nella sua carriera ha lavorato con Carlo Azeglio Ciampi e con Tommaso Padoa-Schioppa, solo per citare due tra i più grandi economisti con cui abbia collaborato. Ci sono anche i risultati: Minenna ha sostanzialmente alzato l'asticella, perché ha incrementato le entrate dell'Agenzia delle Dogane da 52 a 84 miliardi. Il che significa che sostituirlo con qualcuno di poco preparato rischierebbe di far scendere il livello di raccolta.