Economia
Donald Trump? Altro che muri e missili: un presidente d'oro per le Borse
Hotel California/ In un anno di presidenza Trump ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma le Borse continuano con perfetta indifferenza la loro corsa. Ecco perché
"Ho un anno di più" è una canzone di Lucio Battisti, forse tra le meno note ma non per questo meno bella. Anch'io come voi amici risparmiatori ho un anno di più, giusto il lasso di tempo trascorso dall'elezione di Trump ad oggi. Un anno vissuto pericolosamente tra proclami, raffiche di tweet sganciati come missili nelle prime ore del mattino, sistematica distruzione delle politiche ambientali di Obama, radicali mutamenti in politica estera e l'avvio di una gigantesca riforma fiscale. Eventi e bizzarrie a cui le Borse rispondono continuando con perfetta indifferenza la loro corsa. Se però riavvolgiamo il film e torniamo a qualche settimana prima delle elezioni americane, la canzone è un po' diversa dal "tutto va ben madama la marchesa" scandita oggi, parecchio diversa. Erano i giorni in cui operatori, analisti, giornalisti economici e guru della finanza cantavano tutti ordinatamente nel coro la stessa canzone: la Borsa ama Hillary, vade retro Trump! Tutti, nessuno escluso. Anche il grande Warren Buffet si era espresso in tal senso, salvo ricredersi poche settimane dopo.
Ho fatto un po' di ricerca nel mio archivio personale, convinto come sono che la smemoratezza, il non ricordare mai niente, sia il peggiore dei mali. Ho scoperto delle cose interessanti. Ad esempio, che in perfetta solitudine ero fermamente convinto che la Borsa americana dopo un breve momento d'incertezza si sarebbe ripresa alla grande e che quindi era il momento di comprare. Così scrivevo il 2 novembre 2016: "E se vince Trump? Dal pubblico una flebile voce accenna una domanda: saliremo o scenderemo? La risposta è implacabile: prevedere il futuro è un’illusione da venditori di fumo medioevali, non vedete che tutti i modelli economici falliscono? Perentorietà e teatralità, sono queste le doti che piacciono alla gente, anche se sono in molti a guardarsi intorno, un po’ come si faceva a scuola quando non si capivano le lezioni, il tema ha sempre grande fascino, perché guadagnare facile interessa a tutti come interessa conoscere il futuro. Ma in questo momento, come in qualsiasi altro della storia, il futuro è sconosciuto, nessuno si sbilancia e si rimane appesi all’incertezza e all’aleatorietà. Non ci resta dunque che seguire i “Big Money”, ma chi sono costoro? Sono i cosiddetti pesci grossi, i pachidermici Fondi Pensione e le mastodontiche Compagnie Assicurative, si muovono lentamente seguendo i grandi trend e sempre allettati dalla CONVENIENZA. Per usare un’immagine che le possa ben rappresentare, sono come delle petroliere che si muovono ancorate davanti al porto. In effetti quella dei trend ciclici è forse la teoria più vicina alla realtà, basta ripensare a quanto accaduto nel 2000, con una borsa che era già pronta a crollare con o senza Bush, con o senza la tragedia del WTC. Così nel 2008, l’elezione tanto attesa di Obama non portò nessuna inversione di tendenza, si dovette aspettare il Marzo del 2009 per vedere la grande ripresa. Ovviamente dopo che i “Big Money” avevano ben accumulato sulle vendite del “parco buoi". Dove puntano oggi i Big Money? A mio avviso la tendenza è ancora a salire, anche al netto di brusche correzione, vedi Brexit".
Mi sono ripetuto il giorno otto novembre 2016: "Nell’attesa di sapere chi vincerà tra Hillary Clinton e Donald Trump, già sapendo che se il risultato sarà contrario alle attese (cioè vincerà Trump) e alle speranze degli investitori, come per la Brexit, almeno per uno o due giorni sarà il diluvio". Infine il giorno dopo le elezioni: "Come vi avevo anticipato, non sarà l'elezione di Trump (e non sarebbe stata nemmeno quella della Clinton) a invertire o interrompere un ciclo al rialzo sulle azioni che ha ancora molta vita e molta vitalità".
Solo come un cane, ma in compagnia di quel genio della finanza che si chiama Carl Icahn, leggenda a Wall Street, assurto agli onori della cronaca negli anni '80 per la scalata alla RJR Nabisco, un'operazione rimasta negli annali. Come quella del 1985 alla compagnia aerea TWA, tanto che si dice sia stato proprio Icahn ad ispirare il primo Wall Street e il personaggio Gordon Gekko. Una scia di successi che arriva fino ai giorni nostri fino alla consacrazione con Apple. Ma per capire l'impatto che Icahn ha sui mercati si devono cercare i dettagli. Bastò un suo tweet di interesse nei confronti del "melafonino" e uno in cui segnalava una cena con Tim Cook ceo di Apple per far schizzare le quotazioni del titolo. Icahn è da sempre vicino a Trump, talmente vicino che il giorno stesso delle elezioni si precipitò in ufficio per investire 1 miliardo di dollari in azioni.
Il giorno dell'elezione di Trump la Borsa americana perse il 3% ed anche le Borse di tutto il mondo gli diedero il benvenuto con ribassi pesanti che però furono riassorbiti in poche ore durante il discorso di ringraziamento del nuovo imprevisto Presidente. Come al solito tiriamo fuori conigli dal cilindro mentre il mondo si chiede a bocca aperta come diavolo abbiamo fatto, sembrano dire i Padroni dell'Universo; ecco, il messaggio è un po' questo, come dire: signori abbiamo scherzato, a noi piaceva Trump. O forse più semplicemente, a loro non interessa nessuno, basta fare soldi: e oggi è più facile farlo con la crescita piuttosto che puntare su una nuova crisi.
Crescita che prosegue senza sosta da un anno a questa parte. Un anno vissuto pericolosamente, tra missili e minacce, muri e proclami. Devo confessarvi amici risparmiatori che a me tutto questo continua a fare uno strano effetto, lo stesso che provavo da bambino quando mi portavano allo spettacolo delle marionette. Un gran teatro, una recita con le parti già scritte: fate la faccia feroce, urlate, urlate di più! incitano nascosti nella buca i suggeritori, i Padroni dell'Universo, i signori di Big Money, coloro che reggono le sorti del mondo. Per chi non fosse ancora convinto, ecco i risultati: dal 9 Novembre 2016, giorno delle elezioni, questi sono i risultati: Dow Jones +42%, Nasdaq +43%, Tokyo +47%, Francoforte +33% e Milano +45%; dal 20 Gennaio 2017 giorno del giuramento la musica non cambia +31% il Dow Jones, Nasdaq +34%, Tokyo 25%, Francoforte +17%, Milano +21%. Temperature bollenti, risultati strabilianti che sembrano irripetibili, e che nello scetticismo generale hanno sempre più il sapore di record che saranno battuti. Potrà sembrare complicato, eppure non è così difficile: come sempre l'importante è capire.