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Economia
Draghi: "Temo nuovi schock per l'Ue. Completarla. Così è vulnerabile"

Draghi non usa giri di parole per andare al cuore del problema dell'Unione europea. Così com'è, dice il presidente della Bce nella prefazione del rapporto annuale 2015 sulle attività dell’Istituto di Francoforte, "ci rende vulnerabili a futuri choc". Parole nette che invitano i Capi di stato e di governo a completare il processo d'integrazione.

Draghi, ha ribadito di non volersi arrendere ai bassi prezzi al consumo e ha puntualizzato che senza le azioni della Banca centrale, che si sono dimostrare efficaci, la situazione macroeconomica del Vecchio Continente sarebbe decisamente peggiore. La Bce ha ricalibrato la sua politica monetaria a fine 2015 e ha rimesso mano al programma di acquisti di asset e ai tassi a marzo, visto il rafforzamento dei venti contrari per l'economia dell'Eurozona. "Queste decisioni hanno ribadito che, anche di fronte alle forze deflazionistiche globali, la Banca centrale europea non si arrende all'inflazione eccessivamente bassa", ha affermato Draghi. Inoltre per il presidente le misure di politica monetaria adottate "si sono rivelate efficaci": il contesto del credito e' migliorato sensibilmente e la crescita e l'inflazione hanno beneficiato delle azioni dell'Istituto.

Infatti, in base ai calcoli effettuati dagli esperti dell'Eurosistema, senza il QE "l'inflazione sarebbe stata negativa nel 2015, piu' bassa di oltre lo 0,5% nel 2016 e inferiore dello 0,5% circa nel 2017. Il programma di acquisti di asset" inoltre "aumentera' il Pil dell'Eurozona dell'1,5% nel periodo tra il 2015 e il 2018", ha affermato Draghi. "Il 2016 non sara' un anno meno impegnativo per la Bce", ha aggiunto il numero uno dell'Istituto di Francoforte, puntualizzando che, "dobbiamo fronteggiare le incertezze sull'outlook dell'economia globale. Continuiamo ad affrontare forze deflazionistiche e dobbiamo risolvere le questioni legate alla direzione dell'Europa e alla sua capacita' di resistere a nuovi shock".

"Il 2015", ha ricordato Draghi, "e' stato un anno di ripresa per l'economia dell'area dell'euro. L'inflazione, tuttavia, e' rimasta su un percorso discendente. In questo contesto, un tema chiave per l'Eurozona nel 2015 e' stato rafforzare la fiducia tra i consumatori per aumentare la spesa, tra le imprese affinche' tornassero ad assumere e investire e tra le banche affinche' aumentasero i prestiti", fattori fondamentali per il ritorno dell'inflazione al 2%. "Abbiamo infatti visto un rafforzamento fiducia. La domanda interna ha sostituito quella estera come motore della crescita. La dinamica del credito ha iniziato a recuperare. L'occupazione ha continuato a salire. Infine i timori di deflazione sono stati del tutto eliminati".

Per Draghi inoltre la Bce ha contribuito al miglioramento del contesto dell'Eurozona in due modi principali. "Il primo e piu' importante e' stato attraverso le nostre decisioni di politica monetaria", mentre il secondo e' stato "affrontare le minacce per l'integrita' dell'area euro", in particolare quelle che sono scaturite dalla situazione greca. L'Eurozona deve essere pero' piu' unita per il presidente della Bce. Le vicende greche infatti "hanno messo in evidenza la fragilita' della zona euro e hanno ribadito l'assoluta necessita' di completare la nostra unione monetaria. Lasciarla non finita ci rende vulnerabili a futuri choc".

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rischi di un'unione europea incompiutamario draghipresidente bce





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