Economia
Come è cambiata l’economia americana pre e post Trump: dal Pil ai dati sull'occupazione
Dal Pil alla disoccupazione, passando per l'inflazione: i numeri economici dell'America, prima e dopo Trump

I dati economici Usa: pre e post Trump (Pil, occupazione, inflazione)
Prima dell’elezione di Donald Trump nel 2016, l’economia statunitense stava vivendo una fase di crescita alquanto moderata. Tra il 2010 e il 2016, il Pil cresceva a un tasso medio annuo del 2,1%, trainato dalla ripresa post-crisi finanziaria del 2008. Con l’arrivo di Trump, l’enfasi sulle politiche economiche pro-crescita, come il taglio delle tasse (Tax Cuts and Jobs Act del 2017) e la deregolamentazione, ha portato a un’accelerazione, ma temporanea. Nel 2018, il Pil è cresciuto del 2,9%, raggiungendo il 3% nel 2019.
Tuttavia, questa crescita si è arrestata con la pandemia di Covid-19 nel 2020, che ha causato una forte contrazione di circa il 3,5%. Nel post-Trump, sotto l’amministrazione Biden l’economia statunitense ha mostrato una ripresa robusta, con una crescita del Pil del 5,7% nel 2021, trainata dagli stimoli fiscali e dalla ripresa dei consumi. Nel 2025, con la fresca amministrazione Trump, il Pil continua a crescere a un tasso sostenuto, intorno al 2,5-3%, grazie agli investimenti in settori chiave come le tecnologie green, l’intelligenza artificiale e le infrastrutture.
Occupazione
Durante gli anni di Trump, il mercato del lavoro ha registrato tassi di disoccupazione storicamente bassi, raggiungendo il 3,5% nel 2019, il livello più basso dagli anni ’60. Le politiche pro-business e gli incentivi alle imprese hanno favorito la creazione di posti di lavoro, soprattutto nei settori manifatturiero e dei servizi. Tuttavia, la pandemia ha causato un picco di disoccupazione al 14,8% nell’aprile 2020. Con la ripresa economica, il tasso di disoccupazione è sceso rapidamente, attestandosi al 3,9% nel 2025. Nonostante ciò, il mercato del lavoro deve affrontare ora nuove sfide, come la carenza di manodopera qualificata, la transizione verso lavori legati alla tecnologia e l’automazione.
Quando Biden ha assunto la presidenza nel gennaio 2021, il mercato del lavoro era ancora in difficoltà a causa della pandemia di Covid-19. Il tasso di disoccupazione si attestava al 6,3%, con milioni di americani ancora disoccupati o sottoccupati. Tuttavia, grazie a una combinazione di stimoli fiscali, tra cui l’American Rescue Plan da 1,9 trilioni di dollari, e alla campagna di vaccinazione di massa, l’economia ha iniziato a riprendersi rapidamente.
Nel 2021, sono stati creati in media 540.000 posti di lavoro al mese, portando il tasso di disoccupazione al 3,9% entro la fine dell’anno. Questo trend positivo è continuato nel 2022 e nel 2023, con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 3,5% nel 2023, tornando ai livelli pre-pandemia.
Inflazione
Nel periodo pre-Trump, l’inflazione è rimasta stabile, con un tasso medio annuo intorno al 2%, in linea con gli obiettivi della Federal Reserve. Durante la presidenza Trump, l’inflazione è rimasta contenuta nonostante la crescita economica, grazie a una combinazione di fattori globali, come i bassi prezzi delle materie prime.
Tuttavia, nel post-Trump, l’inflazione è diventata una delle principali preoccupazioni. Gli stimoli fiscali, le interruzioni della catena di approvvigionamento legate alla pandemia e la guerra in Ucraina hanno spinto l’inflazione al 7% nel 2022, il livello più alto dagli anni ’80. Nel 2025, l’inflazione si è stabilizzata intorno al 2,5-3%, grazie alle politiche monetarie restrittive della Federal Reserve e alla normalizzazione delle catene di approvvigionamento.