Economia
Enel, il fondo sovrano norvegese: "Scaroni non è indipendente, non lo votiamo"
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Il colosso che ha una quota del 2,2% sosterrà la lista alternativa e non quella proposta dal governo
Enel, la battaglia tra le due liste. Il fondo norvegese esce allo scoperto
Continua la battaglia interna in Enel, il colosso energetico è finito nella bufera in seguito alle nomine dei vertici indicate dal governo Meloni. Si muovono i grandi fondi in vista del voto assembleare. In campo adesso - si legge su La Stampa - ci sono due liste a contendersi la maggioranza del consiglio. Quella promossa dal Tesoro, primo socio con il 23,6% che candida Paolo Scaroni alla presidenza e Flavio Cattaneo come ad, e un'altra messa in campo da Covalis, hedge fund con base a Londra che schiera sei nomi, nessun potenziale ad, ma un candidato presidente alternativo: Marco Mazzucchelli. Norges, fondo sovrano della Norvegia, tra i più grandi al mondo, ha in pancia circa il 2,2% dell’Enel. Il suo voto pesa e va in direzione della lista alternativa, non di quella indicata dal governo.
Vale a dire - prosegue La Stampa - quella presentata dal comitato dei gestori, sotto l’egida di Assogestioni. E siccome in Enel, per statuto, le votazioni sul fronte della governance sono due – la prima per eleggere il consiglio di amministrazione attraverso il voto di lista, la seconda per nominare il presidente -, il fondo sovrano norvegese, che da proprio regolamento interno non può votare per un candidato che non sia indipendente, non sosterrà Paolo Scaroni il quale si è auto-indicato (sbagliando, come ha sottolineato in seguito un parere pro-veritate del super avvocato Andrea Zoppini richiesto dallo stesso manager) "non indipendente" per via del pregresso impegno come ad di Enel tra il 2002 e il 2005, risalendo nel tempo di ben oltre tre anni, limite entro cui la normativa prevede la perdita dell'indipendenza.