Economia

Eni archivia l'era del greggio low cost. Cedola di 0,86 euro. Ok in Borsa

Risultati grazie a performance operativa, a migliori andamento delle partecipazioni all'equity e al sensibile recupero dello scenario upstream. Al top dal 2012

Descalzi: "Struttura finanziaria a livelli precrisi"

Eni archivia l’era del petrolio low cost riportando nel 2021 un utile netto adjusted, depurato cioè delle componenti straordinarie, di 4,7 miliardi di euro, il più alto dal 2012. Un risultato raggiunto, ha fatto sapere la società petrolifera guidata da Claudio Descalzi, grazie alla performance operativa, a migliori risultati delle partecipazioni all'equity e al sensibile recupero dello scenario upstream. L'utile netto sale a 6,12 miliardi. Nel quarto trimestre l'ebit adiusted è salito del 53% a 3,8 miliardi e l'utile netto adjusted a 2,11 miliardi. Confermata proposta di dividendo 2021 già annunciata al mercato di 0,86 euro per azione, di cui 0,43 versati in sede di acconto a settembre 2021.

Eni, nel 2021 utile ai massimi dal 2012. Le parole del Ceo Descalzi

Nel corso della call con gli analisti, il numero uno di Eni Claudio Descalzi ha detto di avere un dialogo con il governo su un incremento della produzione di gas in Italia, "ma dobbiamo aspettare cosa viene deciso".

"Nei colloqui abbiamo detto che siamo aperti a discutere nel caso ci sia la possibilità di sviluppare nuove risorse. Aspettiamo e vediamo, siamo aperti e pronti a investire nel gas in Italia", ha osservato Descalzi. 

Per quanto riguarda Saipem, invece, il manager ha affermato che "con Cdp supportiamo la società ma dobbiamo prima capire il futuro".

"Abbiamo iniettato risorse, ora c'è un processo di riorganizzazione in corso e Saipem sta lavorando per presentare un nuovo piano al mercato. Fino a quando non conosceremo la nuova riorganizzazione, il nuovo piano e il taglio dei costi non possiamo dire nulla", ha concluso.


La produzione d'idrocarburi del quarto trimestre è stata di 1,74 milioni di boe/g, +2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2020 a parità di prezzo e +3,2% rispetto al terzo trimestre 2021. Nell'anno 1,7 milioni di boe/g a parità di prezzo, in linea con la guidance. Nell’esercizio, Eni ha realizzato un flusso di cassa di 12,7 miliardi che ha finanziato capex netti di 5,8 miliardi. Il free cash flow organico è di 7,6 miliardi. La generazione di cassa organica, ha spiegato sempre il gruppo energetico, è in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buy-back (in totale 2,8 miliardi), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 miliardi) e permette di ridurre il debito netto a 9 miliardi e il rapporto di leva a 0,20 contro 0,31 a fine 2020. 

"Nel corso del 2021 abbiamo raggiunto risultati eccellenti e accelerato la nostra strategia di trasformazione che fa leva sull'integrazione di tecnologie, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con i nostri stakeholders. La rigorosa disciplina finanziaria e la riduzione dei costi messe in campo in seguito alla crisi pandemica ci hanno consentito di cogliere al meglio la forte ripresa economica del 2021", ha commentato Descalzi.

"Abbiamo consolidato un Ebit di 9,7 miliardi e un utile netto adjusted di 4,7 miliardi, il piu' alto dal 2012, quando il Brent superò 110 dollari al barile. La forte generazione di cassa, che ha beneficiato anche della selettivita' nelle scelte di spesa, ha reso disponibili 7,6 miliardi di free cash flow organico, in grado di accelerare la crescita dei business green e di coprire dividendi e buy back già ritornati a livelli pre-pandemia, e ridurre il rapporto d'indebitamento al 20%, rispetto al 31% dello scorso anno", ha aggiunto il numero uno dell'Eni.

(Segue...)