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Economia
Eni pronta a cedere il 10% di Plenitude a Energy Infrastructure Partners

Eni pronta a cedere il 10% di Plenitude a Eip

Si avvicina l'ottenimento di un accordo per la vendita di una quota minoritaria di Plenitude da parte di Eni, come riportato da Mf. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi sta per concludere un accordo con Energy Infrastructure Partners (Eip) per alienare poco meno del 10% delle sue azioni nella controllata operante nel settore delle energie rinnovabili, per un valore approssimativo di 750 milioni di euro. Secondo quanto riferito da Bloomberg, l'accordo, che potrebbe essere annunciato entro la fine del mese, stima il valore di Plenitude intorno agli 8 miliardi di euro, basandosi su un EBITDA previsto per il 2023 che potrebbe raggiungere i 900 milioni.

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I colloqui si trovano nella fase conclusiva, anche se una decisione definitiva non è stata ancora raggiunta. Le discussioni tra la major e l'azienda svizzera sono iniziate all'inizio di quest'anno, in seguito alla decisione di Eni di cercare un partner per Plenitude in previsione della sua futura quotazione in borsa. Plenitude opera nella fornitura di energia a famiglie e imprese, con un portafoglio di circa 10 milioni di clienti retail, oltre a essere impegnata nella produzione di energia rinnovabile e nella gestione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Se la cessione avrà successo, come sembra probabile, Eni potrà consolidare il valore della società, agevolando così il processo di IPO che potrebbe avviarsi già nel prossimo anno. Inoltre, ciò fornirebbe una maggiore liquidità per gli investimenti. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza il 24 ottobre durante la conferenza OMC Med Energy a Ravenna, Descalzi aveva confermato la presenza di "interlocuzioni anche avanzate con un investitore strategico", sottolineando l'importanza di definire un punto di riferimento in un mercato così turbolento.

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La strategicità di Plenitude rimane concentrata nel raggiungere i clienti con prodotti sostenibili e decarbonizzati, indipendentemente dalla presenza di un investitore o dalla possibilità di quotazione. Il piano di quotazione di Plenitude, rimandato l'anno scorso a causa delle turbolenze causate dalla crisi energetica sui mercati finanziari, potrebbe ora ripartire con maggior slancio grazie alla prossima cessione. A luglio, Jefferies aveva evidenziato in un report che la possibile vendita di una quota minoritaria fornirebbe agli investitori una valutazione di riferimento per un modello di business attualmente privo di rivali quotate pienamente comparabili, stimando un valore compreso tra 8 e 12 miliardi di euro.

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