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Economia
Euro, dopo 25 anni meglio averlo che non combattere da soli

Euro, dopo 25 anni meglio averlo che non averlo

 

Euro si, euro no, a 25 anni dalla sua nascita e dopo tante crisi ed errori, la moneta unica sembra aver dimostrato, anche ai più riluttanti, di essere molto meglio dell’alternativa di non averlo. Anche se tanti senior, italiani, pensano con nostalgia alla vecchia lira e continuano a gestire l’economia quotidiana ragionando in lire, l’euro ha avuto il pregio, uno fra i tanti , di aver creato  una “stability zone” dove i paesi, protetti da una sorta di cupola, sviluppano le loro economie. Certo sono ancora tanti gli errori che vengono fatti ogni giorno nel legiferare, molto spesso, spinti dall'ideologia ( esempi come le leggi sull'agricoltura o quelle sul green deal della case) ma la bilancia pesa di più verso il positivo. 

 

Euro, la prima idea dell'Euro nacque a Madrid nel 1995

L’idea della moneta unica nacque nel 1995 a Madrid per riuscire a cancellare la crisi del meccanismo di cambio dello SME. Si partì con la conversione della pesetas in euro ( 1 euro pari a 166.386 pesetas). La BCE prese la guida della politica monetaria europea. 24 mesi di prova e poi nel 2002 gli euro in banconote e monete cominciarono a circolare. In realtà gli scambi dell’euro era partiti prima dall’inizio del 1999 con un tasso di cambio sul dollaro americano di 1,18. Un cambio che immediatamente perse il 30% del valore arrivando ad un minimo di 0,82 dopo meno di due anni. Da quel momento in poi però la moneta europea si è sempre apprezzata fino al record di 1,60 per dollaro del 2008. Nonostante i profeti di sventura, in primis Milton Friedman, prevedessero il suo fallimento l’euro la moneta ha invece attratto nuovi membri. Con l’ultima arrivata ,la Croazia , i membri del “club” sono 20, quasi il doppio degli 11 di partenza. Ma non tutto è stato facile e giusto anche perchè la nascita della moneta unica è partita con un vizio di forma che non ha aiutato. Il vizio era la presunta “superiorità culturale in materia economica” di Francia e Germania, e i dubbi (soprattutto dei paesi nordici) di tenere sotto controllo l’indisciplina fiscale dei paesi fortemente indebitati come Italia e Grecia.

Euro, la sfiducia dei paesi ricchi verso i poveri alla base dell'Unione Europea

La sfiducia è sempre stata alla base dello sviluppo di normative complesse atte a tenere sotto controllo bilanci di paesi molto esposti. Una sfiducia che è diventata un vero e proprio accanimento con la Grecia e il suo debito “monstre”. Però la pandemia ha riportato tutta la zona euro ad una maggiore consapevolezza che solo uniti si poteva sopravvivere e persino i paesi del nord, i rigorosi e spietati “frugali” sembrano averlo compreso. Ed allora ecco il miracolo, impensabile solo un anno prima del Covid, la nascita degli Eurobond per sostenere la domanda interna europea. In aggiunta la crisi energetica nata dalla guerra in Ucraina hanno fatto scattare, “obtorto collo”, una certa quale solidarietà anche tra i paesi più egoisti che hanno compreso la semplice frase “l’unione fa la forza”. Ed ecco gli aiuti, più o meno a fondo perduto, del PNRR. Per l’Italia una montagna di soldi che ha riaperto le speranze e la fiducia nella moneta unica. Certo la strada non è facile perchè in ogni momento, i paesi ricchi europei che stanno seduti su un mare di petrolio, vedono con sospetto gli equilibrismi finanziari dei paesi del sud costretti a convivere con realtà fatte di debiti enormi e problemi altrettanto enormi, primo fra tutti , la migrazione dal nord Africa senza controllo. In conclusione molti passi sono stati fatti nella giusta direzione e , nonostante, alcuni egoismi, la solidarietà europea ha preso il sopravvento, e questo non puo’ essere che un bene e una garanzia di crescita futura per il Vecchio Continente.

 

 

 

 

 

 






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