Economia

Ex Ilva, il pressing dei sindacati: "Governo rifinanzi l'integrazione del cig"

Le sigle metalmeccaniche Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm con una lettera ai ministri Franco, Orlando e Giorgetti chiedono il rifinanziamento della cig

Ex Ilva, continua il pressing dei sindacati: "Necessario intervenire prima di possibili e inaccettabili ritardi"

“Un incontro urgente sul rifinanziamento dell’integrazione sulla cassa integrazione per i lavoratori di Ilva in Amministrazione straordinaria, al fine di scongiurare possibili ritardi sistematicamente avvenuti in passato” è stato chiesto oggi dai sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm con una lettera ai ministri Daniele Franco (Economia), Andrea Orlando (Lavoro) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico). Stessa lettera è stata inviata anche ai commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo.

I dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria sono quelli che ArcelorMittal Italia (nel frattempo divenuta Acciaierie d’Italia con la presenza di Invitalia) non ha assunto all’atto del subentro a novembre 2018. Questi lavoratori sono attualmente circa 1.600, tra Taranto, Genova ed altri siti, sono in cassa integrazione straordinaria a zero ore, e percepiscono in aggiunta alla cig, un’indennità integrativa, deliberata dal Parlamento negli ultimi anni, pari al 10 per cento dell’intero ammontare del trattamento di cig. L’integrazione per il 2021 ha avuto un costo di circa 19 milioni di euro.

“Ribadiamo che è necessaria la massima chiarezza e il rispetto degli impegni assunti, in ordine alla messa in sicurezza del reddito dei lavoratori per l’intero anno 2022, e l’imprescindibile prosecuzione del trattamento di integrazione per non subire ritardi alcuni” scrivono i sindacati ai ministri. “A tal riguardo - aggiungono -, è opportuno un preventivo intervento del Governo, teso ad affermare gli impegni assunti per scongiurare incomprensibili ed inammissibili ritardi che, come nel passato, vedrebbero paradossalmente il riverificarsi di una condizione di forte disagio per questi lavoratori”.