Economia
Cloud a Tim, Fastweb e Aruba fanno ricorso e chiedono un risarcimento
L'obiettivo del Polo strategico è quello di far passare entro giugno 2026 il 40% dei servizi di almeno 280 pubbliche amministrazioni sui suoi servizi cloud
Contenzioso sul Polo Strategico Nazionale: Fastweb e Aruba chiedono un risarcimento da 50 mln
Non è un caso che Fastweb e Aruba abbiano fatto ricorso, e stiano trattando sul risarcimento con il governo, circa assegnazione della gara per il polo strategico nazionale (Psn). La cordata formata dalle due società infatti quella gara l'avevano vinta ma poi è passata all'altro consorzio partecipante, ossia Tim-Sogei- Cdp Equity e Leonardo dato che il regolamento prevedeva la possibilità di subentrare replicando l'offerta economica dei concorrenti.
Motivo? Il bando era in due fasi con Tim in veste di mandataria a cui era stata data la possibilità di replicare eventuali offerte vincenti. La prima fase guardava ai requisiti tecnologici (vinta da Tim e soci) e la seconda a quelli economici. La base d'asta era pari a 4,4 miliardi soggetta a sconti. I vincitori, Fastweb-Aruba, sul fronte economico hanno giocato duro, proponendo uno sconto del 38,19% contro il 23,36 dell'altra. Che vuol dire un maggior sconto pari a 700 milioni. Uno scherzetto mica da ridere dato che avrebbe portato l'esborso per lo Stato (finanziato dal Pnrr) a 2,6 miliardi contro i 3,37 miliardi richiesti dalla cordata di Tim.
Alle spalle accordi di entrambi i consorzi con i giganti del cloud: Amazon (il primo in questo campo al mondo) e Microsoft Azure per Fastweb &C mentre Google, Oracle e ancora Microsoft in campo per Tim e soci. Il ricorso di Fastweb e Aruba era dunque scontato tanto che il Consiglio di stato, a ottobre scorso, ha sentenziato che la gara è stata assegnata con una procedura non regolare. E dunque ci sarebbero trattative in corso che potrebbero portare un esborso da parte dello Stato, si è parlato di 50 milioni, o una definizione alternativa tra le parti, ma non al blocco delle attività del consorzio vincitore che nel frattempo ha costituito una società, Psn, ossia Polo strategico nazionale a maggioranza pubblica (Cdp, Sogei e Leonardo) con Tim (che gestisce tramite Enterprise) in minoranza ma partner strategico.
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L'obiettivo di Psn è quello di far passare entro giugno 2026 il 40% dei servizi di almeno 280 pubbliche amministrazioni sui suoi servizi cloud. Il target, nel bando di gara era prevista la migrazione del 100% dei servizi, è stato rivisto al ribasso con la rimodulazione del Pnrr dopo un accordo con l'Ue. Per la migrazione sono stati stanziati 900 milioni di fondi Pnrr: 375 già erogati, una tranche da 225 milioni in scadenza a maggio e una da 280 milioni richiedibile dalle Pa fino all'8 di luglio.
Ad oggi le amministrazioni che hanno aderito all'avviso della misura 1.1 “Infrastrutture digitali” del Pnrr sono oltre 230, tra amministrazioni centrali e aziende sanitarie, ed hanno quindi già avviato il processo di migrazione, grazie agli avvisi emessi dal Dipartimento per la trasformazione digitale, in linea con il target europeo di settembre.