Economia
Febbre Btp, il debito italiano non fa più paura: record Ue di domanda a 41 mld
Continua la febbre da Btp con lo spread ai minimi da due anni, il debito italiano che non fa più paura e gli stranieri che tornano a investire: lo scenario
Btp, continua la corsa: Italia da fanalino di coda a vagone di testa
Lo spread ai minimi da due anni, i piccoli risparmiatori che tornano a sottoscrivere i titoli di Stato, gli investitori esteri che affollano le aste attratti dagli alti margini e intanto l’economia resta solida: non s'arresta la corsa ai Btp. Solo a marzo il nostro Paese ha toccato un nuovo record europeo di domanda: il collocamento, gestito con Banco Bilbao, BofA, Citibank, Hsbc e Société Générale nel ruolo di lead manager, ha permesso al Tesoro di collocare 5 miliardi, a fronte però di una domanda oltre otto volte più grande toccando i 41 miliardi. Nel dato c’è un nuovo record per il Tesoro, perché si tratta del volume più alto di sempre per un titolo indicizzato in Europa. Ma non solo marzo. Come ricorda il Messaggero, a gennaio, sempre per un’asta di due Btp, "era arrivata una domanda di 155 miliardi di euro: cose mai viste, e difficili da immaginare solo un anno fa, quando c’era il timore che la fine degli acquisti di debito pubblico da parte della Banca centrale europea potesse mettere sotto pressione i collocamenti dei titoli e lo spread italiano".
Uno scenario però che non si è verificato. Anzi, il contrario. Gli investitori esteri sono tornati: in un anno la loro quota del debito è salita al 27,6 per cento, 51 miliardi in più. Il motivo di questo boom? Oltre ai buoni rendimenti che oggi offrono i Btp, è stato anche il ritorno di una partecipazione in massa dei risparmiatori italiani ai collocamenti a loro riservati dal Tesoro. Ma anche un debito italiano non più percepito come "pauroso" e una maggior fiducia verso il nostro Paese. Va infatti ricordato che il recente Btp Valore, un titolo a sei anni con interessi crescenti dopo tre anni e cedole trimestrali, ha attratto oltre 18 miliardi di euro, mentre la delle quattro emissioni precedenti ha superato i 50 miliardi. Se pensiamo che le famiglie italiane, secondo uno studio della Fabi, mantengono oltre 1.500 miliardi di euro nei loro conti correnti, con interessi minimi o nulli, il fatto che il governo abbia riconosciuto la possibilità di utilizzare tali risorse per acquistare Btp tramite offerte personalizzate come i Btp Valore e i Btp Italia, non è certo cosa da poco.
Questo approccio ha offerto il doppio vantaggio di stabilizzare il debito e di reinvestire risorse provenienti dalle tasse direttamente nelle tasche dei cittadini, quasi come una forma di rimborso. Questa strategia ha prodotto risultati positivi, spiega il Messaggero: in dieci mesi gli italiani hanno incrementato la loro esposizione al debito nazionale di oltre 120 miliardi di euro, portando la quota totale di Btp al 13,4%.
L'Italia è ora percepita come un investimento meno rischioso, con lo spread ai minimi storici in due anni e la possibilità di ulteriori riduzioni fino a 100 punti base, secondo alcuni esperti. La politica monetaria della Bce, insieme ai rendimenti competitivi offerti dai titoli italiani, attira gli investitori. Inoltre, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi è supportato da una serie di fattori, inclusi rating stabili, una crescita economica superiore alla media dell'eurozona e tassi di interesse più bassi che ridurranno la spesa per gli interessi futuri. Questo contesto favorevole si svolge nonostante una politica monetaria restrittiva e una crescita economica modesta.
Alcuni economisti parlano addirittura di un "nuovo miracolo italiano", evidenziando il sorprendente tasso di crescita del Paese negli ultimi anni e il suo settore industriale dinamico e innovativo. Tuttavia, esistono anche dei rischi, come la stagnazione economica in Germania, la scarsità di manodopera e le potenziali crisi energetiche. Nonostante ciò, gli investimenti del Pnrr potrebbero contribuire a una crescita superiore alle previsioni. Infatti, il Pil italiano ha superato quello dei principali Paesi del G7 negli ultimi anni, dimostrando una maggiore resilienza ed efficienza, nonostante il livello di debito pubblico.