Economia

Fisco: piano Ocse conto l'elusione, vale fino a 240 miliardi all'anno

"I giochi sono finiti". Questo lo slogan con il quale l'Ocse ha annunciato un piano per chiudere tutte le scappatoie legali che consentono a colossi come Google, Apple, Starbucks e Mc Donald's di praticare la cosiddetta "ottimizzazione fiscale", ovvero di dichiarare i loro utili in giurisdizioni che offrono tasse molto basse pur mantenendo altrove le proprie attivita' produttive.

Tale pratica, sottolinea l'Ocse, ha un costo stimato tra i 100 miliardi e i 240 miliardi di dollari all'anno per i Paesi al cui erario queste aziende riescono a sfuggire. Le nuove norme, che i Paesi Ocse dovrebbero adottare a partire dall'anno prossimo, andranno a colpire tutte le strade attraverso le quali, restando nella legalita', alcune grandi multinazionali, in particolare quelle della Silicon Valley, riescono a nascondere i loro enormi profitti nei paradisi fiscali.

Un metodo di elusione molto diffuso, ad esempio, prevede che la base imponibile venga ridotta attraverso transazioni tra società affiliate che deducono gli utili soggetti a tassazione consentendone la dichiarazione in Paesi, come le Bermuda o il Lussemburgo, dove le compagnie hanno una scarsissima presenza concreta.

L'Ocse suggerisce di stroncare questa prassi limitando al 30% la soglia di deducibilità degli utili, operazione piuttosto complessa dal momento che esistono economie, come il Regno Unito, dove una soglia non esiste nemmeno. L'organizzazione di Parigi chiede inoltre di impedire operazioni di vendita da miliardi di dollari in Paesi dove l'azienda coinvolta non ha la residenza fiscale.

"Il mondo delle tasse non sarà più lo stesso dopo questo", ha dichiarato Pascal Saint-Amans, capo del dipartimento fiscale dell'Ocse, "ci stiamo muovendo in una nuova era dove la pianificazione fiscale e l'elusione di massa saranno finite; sara' molto piu' difficile e costoso e lo spostamento di utili diventera' evasione, non più elusione".